L’Usa Patriot Act dello scorso 26 ottobre dà via libera agli investigatori per spiare i movimenti dei terroristi su web.
“Unire e rafforzare l’America, fornendo gli strumenti idonei per individuare e bloccare il terrorismo”. Anche in rete. Lo scorso 26 ottobre è stato promulgato negli Stati Uniti l’Usa Partiot Act, una nuova maxi-legge straordinaria che dà il via libera agli investigatori per utilizzare misure alternative e più incisive nella ricerca di criminali, specie per quel che riguarda crimini relativi al terrorismo internazionale, le transazioni finanziarie, l’immigrazione e la detenzione di sostanze tossiche. Molti degli articoli che compongono questo protocollo riguardano nuove misure per il controllo dei movimenti in rete degli indagati. Controlli che potranno essere effettuati liberamente, anche senza un’autorizzazione da parte di un giudice. Un particolare sistema informatico (il cui nome, Carnivore, suona assai inquietante) permetterà all’Fbi di pedinare gli utenti della rete, intercettando le comunicazioni via internet dei sospettati di reati rientranti nelle categorie sopracitate, ma che, inevitabilmente, si ripercuoterà su tutti gli ignari utenti della rete, che almeno negli Usa, smetterà d’essere terra franca per il passaggio d’informazioni. L’autorizzazione di un giudice, infatti, si diceva, sarà totalmente superflua. Carnivore monitorerà alcuni server e se questi intercetteranno passaggi d’informazioni tra un presunto terrorista ed un terzo, il sistema sarà in grado di codificare cosa, quando, come e tra chi queste informazioni sono passate e qual è stato il percorso in rete che gli utenti in questione hanno effettuato in precedenza. I rappresentanti democratici del Parlamento Usa (non tutti, c’è da dire), in ogni caso, continuano sulla propria linea garantista e chiedono la modifica di questo protocollo, perché perlomeno le intercettazioni via internet o via telefono vengano autorizzate da un giudice. (G.M. per NL)