(segue da articolo precedente) Fu subito chiaro che l’avvento di Internet avrebbe provocato una discontinuità e, con sospetto, si guardava al suo comparire; Internet apriva una finestra sul mondo.
La prima fase, quella della vendita tramite internet della musica fissata sui compact disk, fu solo parzialmente traumatica in quanto si trattava in pratica di vendita per corrispondenza. Si compravano i CD per consegna futura anche se rapida. L’effetto positivo fu che dovunque in ogni grande città o piccolo paese si apriva in Internet un megastore a disposizione di chi voleva acquistare CD. Nei piccoli centri, al negozio di elettrodomestici con angolo dedicato alla vendita di CD musicali, si sostituiva, su Internet, una serie di megastore con una offerta inimmaginabile. Fra l’altro, uguale fenomeno si riproduceva anche per i prodotti non musicali al servizio della musica. La possibilità poi del preascolto, propedeutico all’acquisto, per qualche decina di secondi dei brani in offerta sul sito internet, per altro mutuata da quella già in essere da qualche anno nei megastore più avanzati e qualificati, era molto gratificante e qualificante. Off line (negozi fisici) e on line (negozi Internet): erano i termini più usati agli albori di Internet. Il negozio fisico off-line subiva la concorrenza del negozio on-line. Piano piano anche il rumore caratteristico di quando nel negozio fisico off- line si scorrevano i CD alla ricerca di quello desiderato, se non artificialmente riprodotto nel negozio on-line, lasciava il passo, su Internet, al comodo inserimento di un titolo od allo scorrimento di lunghi elenchi di possibili acquisti ben illustrati con la copertina del CD. Il negozio off- line si rendeva contro che era difficile competere a quel livello e piano piano nei megastore delle grandi città gli scaffali dei CD in vendita diminuivano a vista d’occhio per lasciare spazio ad altri prodotti non ancora acquisiti nell’online. Quindi il primo impatto fu sui negozi aperti al pubblico anche perché sempre più il fruitore diventava indipendente dalla scelta obbligata fra ciò che esisteva nel negozio fisico e che dipendeva dalle scelte del responsabile dell’approvvigionamento di CD. Anche i fruitori dai gusti più specialistici trovavano ciò che desideravano e potevano comprarlo immediatamente con l’unico vincolo del tempo di spedizione e consegna e non dipendendo dall’organizzazione del negozio fisico che lo “avrebbe procurato” in tempi non brevi. Il problema della logistica era importantissimo per il negozio on-line: mini quantitativi da spedire teoricamente in ogni parte del mondo; spese di spedizione che non dovevano essere punitive per il cliente; difficoltà di intuire i livelli di stock da mettere a disposizione dei clienti internet; sicurezza dei pagamenti che dovevano essere eseguiti via internet per la rapidità dell’esecuzione dell’ordine, ma che a volte si intrecciavano con i pagamenti tipici dell’off-line come i bonifici per consegne a distanza; il problema dei resi di prodotti non idonei e così via. In questo modo, ineluttabilmente i negozi off-line capivano che sarebbe stato non facile confrontarsi con quelli on-line. Il consumo di musica comunque si era ancor più vivacizzato anche se sempre sui supporti ante Internet. La grande novità doveva però ancora arrivare e puntualmente arrivò. Chiave fu un affascinante aggettivo aggiunto al termine musica: liquida. Già la musica liquida, quella che viaggiava nell’etere da un punto all’altro della terra senza supporti, né spese di trasporto, senza occupare, in quella fase, spazi fisici. Fu il trionfo del download: la musica veniva digitalizzata, i brani musicali venivano caricati in negozi internet e da qui venivano venduti ed inviati direttamente sui computer dei compratori. Pochi erano preparati all’evento, ma con la vendita dei brani musicali in rete la fruizione del brano musicale acquistato era immediata. Certo problemi tecnici non mancavano, la qualità della musica in MP3, l’invio delle licenze per l’ascolto, ma tutto si risolse in tempi molto rapidi. Quindi di nuovo tutto ricominciava da capo: si potevano acquistare brani singoli (i parenti dei cari dischi in vinile a 45 giri) oppure l’intero CD, totalmente digitalizzato (il parente del vinile a 33 giri). Anche il problema della fruibilità iniziava da capo. Il vincolo era nel supporto nel senso che la musica liquida veniva scaricata sul computer e da lì si ascoltava. Era un poco come al tempo del giradischi. Bisognava stare accanto alla fonte della musica. Poco tempo e con la dedizione alla soluzione del problema da parte dei colossi di internet arrivarono i supporti che consentivano alla musica di seguire il fruitore. Arrivarono i supporti che ospitavano i brani in MP3 poi gli I POD che si sostituirono a tutti i precedenti supporti musicali consentendo nuovamente il portare con sé la musica preferita, questa volta però in quantità inimmaginabile per numero di brani “caricabili” sul supporto. Fra l’altro il costo di un brano musicale si aggiravano intorno ad un Euro. Il numero di brani che si potevano caricare era non trascurabile, per cui ogni supporto una volta caricati i brani che via via si acquistavano, assumeva un valore ugualmente non trascurabile. Questo grande fenomeno fece rapidamente tramontare i negozi offline specializzati nella vendita di musica in CD. Negozi storici lasciarono il passo a quelli su Internet. Purtroppo il passo fu più veloce della rapidità con la quale le case discografiche cercarono di capire ed adeguarsi alle novità. Le decisioni apparentemente non furono così rapide come la situazione richiedeva rispetto alla digitalizzazione dei brani e di come commercializzarli in modo economico. Ciò consentì il sorgere, in modo molto consistente, del mercato parallelo della pirateria musicale. Per l’industria musicale fu un periodo molto difficile. Ancora oggi il fenomeno non è del tutto sotto controllo con gravi risvolti economici per i titolari dei diritti di autore e diritti connessi musicali. A parte questo aspetto altamente negativo, la musica continuò ad essere ascoltata attraverso i predetti supporti al seguito degli acquirenti della musica liquida. L’offerta poi gradatamente diventava infinita come brani oggetto di download. In pratica tutta la musica dagli albori in poi poteva essere digitalizzata e poi messa in offerta di vendita sui siti specializzati. Quindi offerta potenzialmente illimitata e possibilità di scelta illimitata per l’acquirente. Il vincolo ora non era più il gusto di un’altra persona che acquistava per poi rivendere nel punto di vendita fisico, il limite era ora la capacità di digitalizzazione delle case distributrici. Quindi un ulteriore passo avanti per l’offerta sostenuta da un notevole sviluppo tecnologico (continua). (G.T. per NL)