“Mi permetta innanzitutto di farLe i nostri migliori auguri per la nomina a Direttore Generale della Rai. Non ci sfugge il valore di una soluzione interna al management ed il fatto che sia stata chiamata una donna ad una carica così prestigiosa.
Sono due fatti positivi perché una grande azienda come la Rai ha bisogno di valorizzare le proprie intelligenze interne, esaltare la propria autonomia dalla politica che tanta responsabilità ha nell’appesantimento dei conti aziendali. Le preannunciamo, a questo proposito, che è in corso l’aggiornamento al nostro studio sui bilanci Rai che presentammo nel 2008 sperando possa contribuire ad un dibattito fortemente aderente alle esigenze di risanamento e sviluppo dell’azienda”. Così comincia la lettera che il segretario generale di Slc/Cgil, Emilio Miceli, ha inviato al neo direttore generale Rai Lorenza Lei. “La fase che è alle nostre spalle – prosegue la lettera – conclusasi con le dimissioni del dr Masi, è stata caratterizzata da un atteggiamento di insipida sufficienza nei confronti delle Organizzazioni sindacali e conseguentemente segnata da un clima di tensione culminata con uno sciopero generale fortemente voluto e partecipato dai lavoratori. I motivi, come Lei ben sa, sono da ricercarsi in un piano industriale che puntava a ridimensionare l’azienda fino a renderla marginale nel processo di adeguamento delle infrastrutture tecnologiche. Attraverso la cessione di Raiway, asset strategico in una fase dominata dalla moltiplicazione delle infrastrutture tecnologiche che saranno decisive per il successo delle iniziative e dei prodotti editoriali, si rischia di sottrarre alla Rai il governo dell’innovazione del processo tecnologico. È proprio su questo terreno che l’azienda arretra nei confronti dei suoi concorrenti, che al contrario continuano ad investire nelle reti, rischiando di perdere velocità nel mercato della emittenza televisiva”. “La Rai, in questi anni è stata anche l’azienda, leader negli ascolti, che ci ha regalato momenti alti di buona televisione grazie al patrimonio intellettuale e professionale di cui dispone. Giornalisti, lavoratori e manager, difendendo la propria professionalità, l’hanno comunque messa al riparo dai guasti dell’occupazione della politica e dall’aggressione dei concorrenti. Ecco, esistono energie intellettuali e competenze invidiabili che aspettano di trovare riferimenti solidi per mantenere alta la centralità dell’azienda nel mercato televisivo e nel paese”. “Noi, il sindacato, faremo la nostra parte fino in fondo – conclude la lettera – e siamo pronti, dunque, a discutere di un nuovo piano industriale e dello sviluppo tecnologico dell’azienda, delle opportunità da cogliere, delle inerzie da superare. Siamo fiduciosi e certi che l’attenzione che vogliamo mettere sui temi vitali dell’azienda troverà nuove disponibilità per affermare un clima diverso, nella Rai e nel Paese”.