Beffate, frustrate e scoordinate. E’ questa la sintesi dello stato delle tv locali dopo la presa di coscienza del vicolo cieco in cui si sono insensatamente infilate.
Incantate dalle sirene governative che avevano promesso loro un posto al sole nell’eldorado digitale, salvo poi, manco due mesi dopo, chiedere la restituzione dei canali assegnati ad ottobre 2010 entro il settembre 2011 (a fronte di un indennizzo che mai coprirà le spese sostenute per l’allestimento delle infrastrutture), hanno realizzato tardivamente l’importanza di quei continui ammonimenti che qualcuno (tra cui questo periodico) lanciava mentre altri sciaguratamente sminuivano. Reduci da catastrofiche scelte strategiche, come l’allucinante alleanza con gli incompatibili superplayer in DGTVi (novelli esclusivisti della veicolazione di contenuti nazionali), gli operatori di rete locali appaiono oggi smarriti, incapaci financo di intendere come possano essere finiti in un cul de sac. Sfiduciati, gli editori locali non sembrano più credere alle azioni di protesta e chi di loro non si rassegna, si concentra sulla strada residuale della tutela giudiziaria. Ma la sensazione è che per i più la partita del DTT sia ormai perduta: cadute nel trappolone del governo Berlusconi, le uniche possibilità di sopravvivenza concesse alle locali saranno di tipo consortile. Come da iniziale (vero) programma.