S’è presa tante soddisfazioni Daniela Hamaui da quando, nel marzo 2002, è stata posta dal Gruppo editoriale L’Espresso alla guida dell’omonimo periodico, fiore all’occhiello dell’azienda. Da allora è stato un crescendo di copie vendute e di riconoscimenti bipartisan nei confronti di un lavoro sempre intellettualmente onesto e di qualità. I riconoscimenti, a dire il vero, sono giunti numerosi anche dall’estero, in particolare da noti quotidiani e periodici anglosassoni (“Financial Times” ed “Economist” in testa), che hanno più volte citato e ripreso le inchieste de “L’Espresso”. E proprio queste sono state (e, giurano dalla redazione e dal CdA dell’azienda, continueranno ad essere) il pane che, più d’ogni altra cosa, ha nutrito le pagine del settimanale negli ultimi cinque anni. Dal celebre “Policlinico inferno” a cura di Fabrizio Gatti, nel quale il cronista ha denunciato gli orrori sanitari del grande ospedale romano; passando per “Casa nostra” di Marco Lillo, che ha sbugiardato gli ennesimi privilegi di cui gode la classe politica, questa volta in tema di edilizia; fino “Posto prioritario”, dove Riccardo Bocca ha denunciato il clientelismo imperante per quanto riguarda le assunzioni nelle Poste italiane. Solo per citarne alcune. Le inchieste, quindi, anticipa Daniela Hamaui ai giornalisti di ItaliaOggi, saranno il punto di partenza dal quale partirà il “new deal” del periodico “L’Espresso”. Dal prossimo 14 settembre, infatti, il settimanale sarà in edicola in una veste grafica leggermente modificata, a partire proprio dalla copertina, con uno stile simile ad un “vero e proprio manifesto” ed il classico rosso che la contraddistingue, reso più acceso, “più vivo, più forte”. Non solo grafica, però. Anche i contenuti subiranno una lieve virata in direzione di temi più vicini al cittadino medio: sanità, immigrazione, casa e scuola avranno un posto privilegiato tra le pagine del periodico romano. La linea editoriale, precisano dalla redazione, resterà intatta, indirizzata verso il centro-sinistra, pur senza risparmiare critiche (anche feroci, vedi il numero intitolato “Prodino”), sempre costruttive e mai gratuite, al Governo. Magari utilizzando quella tecnica tanto cara al mestiere del giornalista e tornata di moda proprio grazie al nuovo corso de “L’Espresso” targato Hamaui: l’inchiesta. (Giuseppe Colucci per NL)