“Ho letto con interesse il vostro articolo che smontava lucidamente le voci circolate in questi giorni a riguardo di una prossima cessione della rete All Music del gruppo L’Espresso e di un possibile disimpegno dal settore radiofonico. Anch’io sono assolutamente convinto che si tratti di voci senza fondamento messe in circolazione ad arte. Basti pensare a chi appartiene il quotidiano che per primo ha pubblicato l’indiscrezione….” E ancora: “E’ curioso che il vostro periodico sia stato l’unico ad approfondire la notizia della presunta vendita di Rete A: tutti gli altri si sono limitati a riprendere la notizia del quotidiano della famiglia Berlusconi senza nemmeno ragionarci sopra”. Poi: “Figurarsi se L’Espresso, il primo gruppo radiofonico italiano, mollerebbe le posizioni acquisite in ambito radiofonico”. Questi, in sostanza, sono i sunti dei commenti giunti a riguardo del nostro articolo che illustrava la ritenuta infondatezza delle notizie circolare l’altro ieri a riguardo di una presunta decisione del gruppo L’Espresso di alienare la rete televisiva All Music e di adottare “misure” sulle emittenti radiofoniche (Radio Dee Jay, Radio Capital e m2o). Più probabile, avevamo osservato, che dette notizie, fossero, nella migliore delle ipotesi, figlie del pessimismo dilagante in questi giorni (spesso in maniera isterica). D’altra parte, a freddo, sarebbe pensabile che un gruppo di tale portata assumesse decisioni così radicali solo per contingenti difficoltà di posizionamento della rete All Music sul piano degli ascolti e della raccolta pubblicitaria, che peraltro sta toccando tutti (e proprio tutti) i concorrenti? Non sarebbe, del resto, prematuro, alla vigilia di uno switch-off digitale, che cambierà molte delle regole televisive sin qui scritte, probabilmente azzerando molte rendite di posizione, chiudere il bilancio dell’esperienza? Magari si potrà parlare di partnership o joint-venture, ma una vera e propria alienazione sembra improbabile. Come RCS preferì, dopo l’infelice esperienza di Play Radio, allearsi con un player di grande spessore ed esperienza quale Alberto Hazan (Finelco, controllore di Radio 105, RMC Italia e Virgin) rimanendo nel settore, piuttosto che uscire di scena con l’inevitabile conseguenza di un’indiretta ammissione di un fallimento editoriale che sarebbe stata pagata caramente dal titolo in borsa, è probabile nel caso di specie che, se novità vi saranno, esse andranno in altre direzioni. Questo per quanto riguarda la tv. Per la radio, poi, non c’è proprio trippa per gatti. Farebbe ben comodo ai competitori se L’Espresso adottasse quelle “misure” che i più hanno inteso come sinonimo di disimpegno. Il colosso Elemedia (la controllata dell’Espresso in ambiente radio), al di là del calo dell’ultima Audiradio, domina ancora saldamente il mercato radiofonico e certamente avrà adottato sì delle “misure” a riguardo di quanto accaduto, ma in termini di contromisure d’attacco e non certo di ritiro. Sarebbe troppo bello e semplice per i competitori. O, in particolare, per uno dei competitori. Che magari ha trovato l’insondato terreno radiofonico più irto di ostacoli del previsto.