Telegiornale che vai, partito che trovi. Questa vecchia massima della culturale popolare, convertita per una volta al mondo italiano dell’informazione, ha una valenza assoluta ed incontestabile nel nostro Paese. E’ storia vecchia la “lottizzazione” partitica delle reti, dei tg, con tanto di quote assegnate a ciascun partito, a ciascun leader politico, a ciascuna coalizione, a seconda della porzione di potere esercitato in un determinato momento. Questa legge ascritta, ma validissima, vale soprattutto in Rai.
La recente vittoria, più che annunciata, di Walter Veltroni alle primarie del Partito Democratico pare, secondo i soliti “rumors”, abbia stimolato una nuova riorganizzazione interna, in Rai ma non solo, in base alla “quota-popolarità”, o alla “quota-potere” ch’egli ha assunto dopo l’investitura.
Molti prodiani di ferro, oltre che un gran numero di “figli” e “figliocci” di tanti membri del Pd e degli altri partiti di governo, dovranno presto lasciare il campo all’“esercito dei veltroniani”, una “razza” in forte sviluppo nelle ultime settimane, forse mesi. Quelli che in gergo politichese vengono chiamati gli “uomini di…”, in questo caso “uomini di Veltroni”, si preparano a scalare le alte cariche dell’informazione, specie quella televisiva. Non c’è nulla di male, in Italia, è la logica della ripartizione partitica in base alla popolarità, una sorta di par condicio imposta dall’alto. Lo sanno anche i bambini. I “rumors” di cui si parlava sostengono che i “veltroniani” siano molto attivi ultimamente e, addirittura, si preparino alla scalata del Tg1. Riotta, direttore del telegiornale più seguito d’Italia da poco più di un anno, dovrebbe lasciare il campo all’attuale vicedirettore David Sassoli (foto), veltroniano di lungo corso. Il suo rivale sarebbe Antonio Caprarica, ex inviato a Londra e Parigi del Tg1 ed attuale direttore del radiogiornale di Radio2. Sassoli, comunque, data la sua vicinanza al leader del Pd, pare in vantaggio, dal momento che può anche contare su una “squadra” al seguito che lo coadiuverebbe nella scalata. Per Riotta, causa il solito effetto-domino, si libererebbe una poltrona prestigiosa, alla direzione del “Corriere” o, in alternativa, a “La Stampa”. Altra “veltroniana” fedele è Annalisa Spezie, della redazione del Tg5. La giornalista, che ha recentemente declinato l’offerta di condurre il Tg5 delle 20, lasciando spazio al direttore Mimun, ha ricevuta l’offerta della vicedirezione di Studio Aperto, alla corte di Mulè. Altro colpo per l’ “esercito dei veltroniani”, che si assicurerebbe un posto di riguardo in un telegiornale tradizionalmente in mano alla concorrenza. Il “lìder maximo” del Pd s’è appena insediato alla segreteria del neonato partito, ma l’informazione già si muove per lanciare la sua immagine nei confronti dell’opinione pubblica. Specie con il pericolo, sempre meno remoto, di elezioni imminenti. (Giuseppe Colucci per NL)