Allora (quasi) ci siamo. Gli ultimi rumors danno per imminente la pubblicazione degli esiti delle consultazioni pubbliche sulle linee guida dei bandi ex L. 145/2018 per l’assegnazione dei diritti d’uso T2 e la collocazione nelle graduatorie per fornitori di servizi di media audiovisivi locali (FSMA) sui nuovi mux regionali che dal 2022 li potranno trasportare. E così, in ambito radiotelevisivo – perché, come noto, con l’affermazione della visual radio DTT e la multipiattaforma in generale, il confine tra radio e tv è diventato estremamente labile, per non dire inesistente – sembra di essere tornati all’estate 1990. Cioè allorquando la legge 223/1990 fissò perentoriamente il termine al 23/10/1990 per la presentazione delle domande per l’ottenimento delle concessioni radiotelevisive che avrebbero congelato il settore tv per almeno un decennio (una parziale apertura avvenne con le nuove concessioni tv del 2000).
Oggi quella fase preparatoria sembra essersi ripresentata, con un tripudio di compravendite di titoli FSMA con relativi LCN locali, punto di incontro inevitabile tra chi li deve necessariamente cedere perché ne ha troppi (col rischio pertanto di perderli per eccessiva frammentazione dei requisiti) e chi un posto al sole sul nuovo DTT lo deve avere per forza (pena l’inevitabile marginalizzazione sul mercato).
Lato operatori di rete è più o meno lo stesso tourbillon, con febbrili e carbonari incontri per costituire soggetti, consortili o meno, iperpatrimonializzati (con tanto di regole non scritte che determinano la probabile soglia di patrimonio netto per avere speranze di concorrere alle assegnazioni di primo e secondo livello nelle singole regioni) e definire piani industriali e progetti di reti col miglior maquillage possibile (trattandosi di beauty contest).
Insomma, in attesa che nelle prossime settimane (salvo proroghe il time out è fissato ex lege al 30/06/2019) il croupier pronuncerà il suo Les jeux sont faits, rien ne va plus, l’appannato mondo radiotelevisivo terrestre sta vivendo un vero e proprio momento di euforia propedeutico ad un inevitabile assestamento fino allo switch-off del 2022.