Sapete quanti sono gli oriundi italiani al mondo? Tra i 60 e gli 80 milioni. E sapete cosa li differenzia di più dagli italiani che risiedono in Italia?
Il fatto che questi ultimi danno per scontato l’italianità, mentre gli oriundi la bramano.
Target ideale
Per loro parlare, mangiare, bere, vestire, guidare, arredare italiano è molto più importante che per un italiano. Che spesso, peraltro, attinge ad usi e costumi stranieri.
Mercato enorme
Si tratta di una potenziale utenza enorme. Ed anche e soprattutto di un mercato pubblicitario più allettante di quello nazionale.
E allora perché gli editori delle radio italiane rincorrono perlopiù i soliti clienti nazionali?
Quante stupide galline che si azzuffano per niente…
Il problema è, da una parte, la scarsa consapevolezza della questione. Quel pubblico non si raggiunge col prodotto mainstream, ma con prodotti altamente profilati rivolti a quell’utenza. Ovviamente in streaming.
Gli errori delle Radio (italiane)
I brand bouquet di radio verticali potrebbero essere una soluzione. Ma certamente non come fino ad ora impostata.
I pochi brand bouquet realizzati dai grandi gruppi radiofonici italiani sono in realtà costituiti da tanti mainstream nani e non prodotti veramente verticali.
Non stupisce quindi il raggiungimento di risultati modesti.
Approccio
Un po’ come accade coi podcast: perché da noi stentano a decollare mentre negli USA e in gran parte del mondo evoluto sono ormai prodotti consolidati?
L’evoluzione del podcast va di pari passo con quella del messaggio vocale: chi fa più uso del secondo, sarà più propenso ad usufruire del primo.
Messaggistica
Inutile, quindi, creare podcast per un target (italiano) che predilige la messaggistica testuale: meglio concentrarsi sul pubblico che utilizza quella vocale.
Idee e contenti
Per raggiungere gli oriundi italiani è la stessa cosa: occorre realizzare prodotti specifici per loro, finalizzati ad ospitare spot a loro rivolti.
Non rendere disponibili i prodotti creati per gli italiani residenti in Italia.