Legge Gasparri, La Ue mette in mora l’Italia

La notizia della probabile apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue nei confronti del nostro Paese a causa della legge Gasparri era già nell’aria da diversi giorni…


La notizia della probabile apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue nei confronti del nostro Paese a causa della legge Gasparri era già nell’aria da diversi giorni. Adesso apprendiamo la conferma: il Commissario Ue alla concorrenza, l’olandese Neelie Kroes, ha infatti deciso di inviare una lettera di messa in mora dell’Italia (il primo passo della suddetta procedura), perché il dettato normativo della Gasparri non sarebbe conforme alla normativa antitrust di provenienza comunitaria. In particolare, in base a quanto ritenuto dai capi di gabinetto dei commissari europei, la legge 112 violerebbe l’articolo 226 del Trattato Ue. Secondo Bruxelles, in sostanza, le norme della Gasparri attribuirebbero un vantaggio ai due competitors che dominano la scena televisiva nazionale, discriminando altri operatori del mercato. Oggetto di critiche risulterebbero, in pratica, quei diritti “speciali” attribuiti in via automatica ai soggetti attualmente detentori delle vecchie frequenze. Il tutto, lo ricordiamo, era partito da un esposto della nota associazione Altroconsumo che, appunto, contestava i citati diritti speciali nella fase di passaggio al digitale terrestre. Al momento, infatti, la Rai detiene il 46% degli impianti (nonchè delle risorse radioelettriche) per la trasmissione del segnale in tecnica analogica. Mediaset, da parte sua, ne deterrebbe il 36%. Sul versante del digitale, invece, l’azienda pubblica controllerebbe il 12% degli impianti (e delle frequenze). Le tv del gruppo di Segrate, invece, il 41%. Cosa accadrà prossimamente? Nella lettera di messa in mora sono indicati i correttivi da applicare alla legge, nonché il tempo di cui il Governo disporrà per fornire i dovuti chiarimenti. Se questi ultimi saranno ritenuti inadeguati, verrà dato corso alla procedura vera e propria. La parola, dunque, passa al Governo che, con molta probabilità (alla luce anche delle decisioni di Bruxelles) si appresterà a modificare la Gasparri come richiesto in sede europea. (Vito Scelsi per NL)

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