Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani (foto) critica il collega di governo Giulio Tremonti sulla legge di stabilità e insiste nel chiedere che parte dei maggiori introiti raccolti con l’asta delle frequenze siano reinvestiti nel settore della banda larga e delle telecomunicazioni.
"I contenuti della nuova legge di stabilità riportati oggi dalla stampa appaiono in evidente contrasto con quanto previsto circa la destinazione delle risorse della gara per le frequenze 4G, gestita nella sua totalità dal Mise", si legge in una nota del ministero dal titolo "grave danno sottrarre risorse a banda larga e tlc". La bozza della legge di stabilità, pubblicata ieri da Reuters, prevede infatti che il maggior gettito incassato dallo Stato rispetto alle previsioni, pari a circa 1,6 miliardi, vada per il 50% al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e per il 50% al fondo a favore dell’istruzione previsto dal decreto 5 del 2009. La manovra di luglio prevede invece che il 50% delle maggiori risorse siano riassegnate al ministero dello Sviluppo "per misure a sostegno del settore" delle telecomunicazioni. "Va evidenziato che il successo della gara 4G è stato determinato anche e soprattutto dal fatto che le società di telecomunicazione hanno formulato le proprie offerte, nel corso della gara, nella consapevolezza normativa che una parte delle risorse sarebbe stata reinvestita nel settore Tlc", continua la nota del ministero. "E’ bene ricordare che l’investimento di questi fondi in innovativi progetti di infrastrutturazione delle reti farà da volano all’investimento di ulteriori risorse private, con un rilevante effetto anticiclico, sia sul fronte economico che occupazionale". "Oltre alla riduzione del deficit assicurata dalla gara 4G, il Mise sta dando un forte contributo sia sul fronte del contenimento della spesa, sia su quello della tutela degli investimenti strategici per il governo e per il Paese. Come ampiamente condiviso dai gruppi parlamentari di maggioranza, è dunque necessario garantire, anche sul fronte delle Tlc, la continuità degli investimenti e della crescita. Diversamente, si arrecherebbe un danno grave al settore e all’Italia", conclude la nota. (Reuters)