La Stabilità è legge, anche se solo di nome. Già, perché il provvedimento legislativo appena varato, lungi dal tradurre in pratica l’impegno rubricato, porta seco un carico di incertezze.
A partire dai canoni per i diritti d’uso in ossequio alla delibera Agcom di settembre, che favoriranno i superplayer penalizzando più o meno pesantemente (a seconda dello sconto che lo squattrinato governo potrà consentire nell’ambito della minima discrezionalità ex lege consentitagli), per procedere nel riordino dello spettro elettromagnetico da epurare dai canali nocivi per le trasmissioni estere attraverso un beauty contest che è tutto un programma, per giungere alla revisione dei contributi che dovrebbero polverizzarsi su tutti gli operatori (all’insegna del "tanti morti di fame"). Ad majora!