La carta e il multimediale si sposano per dare alla luce una cultura differente, in grado di proteggere e custodire l’esperienza della stampa, garantire il diritto d’autore e fornire al lettore un’informazione di qualità.
Lo sviluppo multimediale dell’editoria valorizza i contenuti divulgati conquistando nuovi lettori, soprattutto i giovani, che riscoprono ed apprezzano la passione della lettura come servizio al passo dell’innovazione tecnologica. Le notizie sono inesauribili in quanto ripetibili all’infinito grazie alla memoria attiva del web, capace di soddisfare le curiosità del cliente-lettore in ogni luogo e tempo. È possibile, quindi, conoscere del passato nello stesso modo in cui si legge il presente: l’informazione “nero su bianco” continua a scorrere sotto gli occhi del lettore, e non muore sulle pagine di giornale. L’ostacolo a tale processo tecnologico dell’editoria è la mentalità ancora troppo legata all’idea di rete come vetrina di contenuti gratuiti, invece la nuova concezione rispecchia la cultura tangibile e cartacea, con la conseguenza che la qualità si paga, anche se on line. Purtroppo la consuetudine del web ha generato un proliferante caos di news, usate e diffuse da motori di ricerca, che senza esserne creatori, traggono guadagno esimendosi dal contribuire ai costi di produzione, quindi, rimanenti a carico degli editori. È da qui che nasce la necessità di regole allo sviluppo multimediale dell’editoria, per prevenire e far fronte all’intuibile guerra tra le case editrici per attirare inserzioni pubblicitarie, uniche fonti di ricavo in grado di sostenere la stampa digitale. La pubblicità risorsa indispensabile, ma anche oggetto del contendere nonché fattore pregiudizievole dell’equilibrio del mercato editoriale, dato che costi economici gravano solo sugli editori. Ripartire dai tablet significa entrare nella testa del lettore, ora cliente virtuale di un prodotto – servizio, e abituare il pensiero ad un nuovo servizio di soluzioni del sapere, che abbandona il suo habitat storico dell’edicola rendendosi disponibile sui tablet, dimenticando l’abitudine della gratuità dei contenuti web. Investire nell’innovazione significa ricostruire un settore, far tesoro dell’esperienza e disegnare nuovi modelli organizzativi a favore del lettore, che naviga in rete, che acquista musica e che paga la conoscenza al fine di soddisfare la sete di sapere: creare il pensiero dell’acquisto dell’informazione e rappresentarlo nella quotidiana mentalità significa renderlo possibile nel concreto. Con i tablet, quindi, l’informazione non cambia: si sfoglia e si paga. (C.S. per NL)