“Come si fa a dire grazie con l’enfasi che dovrei mettere per rendere giustizia a tutti?!?”, scrive sul suo blog (http://lucaviscardi.vox.com) Luca Viscardi, direttore di Play Radio, l’emittente di RCS ormai parte del gruppo Finelco (105 e RMC) a seguito del famoso conferimento societario, al quale tanto spazio abbiamo dedicato negli ultimi mesi su queste pagine, che, tra pochi giorni, lascerà spazio a Virgin Radio, la nuova avventura radiofonica del vulcanico Alberto Hazan.
“Non lo so, non ne ho la più pallida idea e forse non ci riuscirei anche sapendolo. Perchè quello che sta succedendo in questi giorni è qualcosa di un po’ surreale“, continua Viscardi.
“Siamo ormai a tre giorni dal 30 giugno, la data in cui faremo click su un interruttore e il suono che da anni viene prodotto dai mitici studi di viale richard non si udirà più, perchè quegli studi verranno dismessi già da sabato sera. Mancano tre giorni dal momento in cui il più giovane progetto di radiofonia nazionale del paese verrà spento per lasciar posto ad un’altra emittente.
Potremmo stare qui mesi, magari anni a dibattere su cosa era buono e cosa no di Play, ho idee molto precise in merito, ma non è questo il momento. Perchè questo è solo il momento in cui, tenendo conto che questo blog appare anche sulle pagine di playradio.it, devo dire bravi, complimenti e grazie a tutta la squadra che lavora con me. Perchè non amo dire per me: lavorano insieme a me per voi e per chi come voi che leggete ha scelto di ascoltare il prodotto della nostra passione e della nostra fatica.
Perchè il punto focale è questo: fare la radio significa servire il proprio pubblico. Il resto non conta. E se servire il proprio pubblico significa faticare, a volte rinunciare a qualcosa, non fa niente, perchè il risultato finale sarà migliore e poi l’indotto sarà straordinario. E se poi, invece, per servire il proprio pubblico ci si può anche divertire, allora ancora meglio, perchè si divertirà di più anche chi ascolta.
Questo qualcuno l’ha capito. Qualcuno no. A chi l’ha capito, va il mio grazie, perchè l’idea originale di fare una radio un po’ diversa dalle altre secondo me si è concretizzata. E più i concorrenti, i competitors, quelli delle altre radio, mi prendevano per il culo per ciò che stavamo facendo a Play, più capivo che la strada era quella giusta. E qualcuno l’ha interpretata splendidamente. Che dire di Fabio Canino e Francesca Zanni?!? (e di Emiliano che con loro lavorava). Sublimi! E di Giorgio Ginex, che un giorno ha sbagliato la strada per lo studio tv di una soap opera ed è finito per fare una delle cose musicalmente più belle degli ultimi anni?!? Bravo!
Ma bravo anche a chi come Stefano Gallarini coltiva una passione senza fine, che lo fa venire in radio ogni giorno e poi lo fa alzare alle sei del mattino anche il weekend, perchè la radio registrata è brutta. Non per lui, ma per chi la ascolta.
serving the audience.
Brava la Giada, che è matta come un cavallo, ha il potere di farmi incazzare come pochi altri al mondo, ma ha fatto una radio divertentissima prima con Flavia, adesso con Stefano Gallarini e in mezzo con Ambra. Già, il mio regret, il mio rammarico più grande: Ambra e la Giada, che sono durate meno di me quando mi alleno sull’ellittica, per svariate ragioni, ma che hanno un potenziale esplosivo.
Be’, non sto a citare tutti, perchè eravamo, siamo un mezzo esercito, ma dovrei citare la peculiarità di ognuna delle voci di play radio. Perchè nessuno (o quasi) ha mai aperto il microfono tanto per farlo. Perchè ognuno si è preparato, lo ha fatto diligentemente, per comunicare sempre qualcosa attraverso quel microfono.
Serving the audience.
Gabriella Mancini, Massimo Caputi, Manuela Doriani e Mauro De Marco, con l’autorevole e amichevole partecipazione di Teo Teocoli, hanno fatto il programma sportivo più bello, più ricco, più intenso che la radio privata “commerciale” abbia mai fatto. L’unico che può competere è zazzaroni, forse.
Be’, ognuno dei conduttori di Play ha una forza straordinaria proprio nella precisione del proprio lavoro nella dedizione. e ognuno di loro è fortunato, perchè non ha mai lavorato da solo, ma sempre con il supporto di una redazione programmi formata da ragazzi di valore assoluto. Fabrizio, Francesca, Federica, Matteo, Vittoria e tutti gli altri ragazzi che non cito solo per non finire l’anno prossimo sono stati di una bravura incredibile. Per me andare in onda la mattina era come innescare il pilota automatico e partire ad occhi chiusi.
Sono stati ben guidati da Nicola e coordinati da Francesca, ma non avrebbero raggiunto lo stesso risultato, senza la passione che li ha animati sempre, anche oggi che mancano tre giorni alla fine di tutto. Certo, forse oggi l’entusiasmo non è lo stesso, ma la dedizione è intatta.
Serving the audience.
Lo hanno capito (torno al principio di qualche capoverso fa) alcuni dei ragazzi della squadra tecnica, non tutti. Peggio per chi non lo ha fatto perchè non si è divertito. Un giorno mi racconterà a cosa ha giovato remare contro, giusto per curiosità.
Ma sapete cosa mi fa specie?!? Chi ha capito prima e meglio l’idea dietro Play Radio, quella di una radio smart, ancorata alla realtà, aperta a discutere di tutto senza alcun velo e senza reticenze, passando dal cazzeggio al tema più serio con la stessa professionalità, siete stati voi che avete scelto di ascoltarla e che mi state scrivendo centinaia di mail di rammarico per l’imminente addio.
A voi dico grazie, esattamente come alle persone che hanno lavorato con me, perchè con le parole che mi state scrivendo in questi giorni, mi state confermando quello che io penso da un po’. Chi ascolta la radio sta diventando più smart, più critico e più attento di chi la fa. Spero che chi lavora nella radio se ne accorga prima che sia troppo tardi…
Be’, ancora grazie per tutto il tempo, le coccole, l’affetto che state dando a play e a chi ci lavora. Per chi ci ha creduto è un momento di merda (per usare un francesismo); sono le dimostrazioni di affetto il viatico migliore.
Io poi devo ringraziare alcune persone in particolare. E non me ne frega niente di fingere di dire che le persone sono tutte uguali quando non è vero: Barbara, Francesca, Alex Benedetti ed Alex c sono stati compagni di lavoro fedeli, pazienti, umili e sempre pronti a mettere una stampella alle mie cazzate, che non sono poche.
Alcuni di loro proseguono l’avventura, saranno risorse preziose per la nuova radio, perchè lavorano con il cuore e continueranno a farlo. In ultimo aggiungo Nicola, che quest’anno ha fatto un lavoro pazzesco e ha fatto fare un lavoro incredibile alla redazione per essere sempre sul pezzo, per capire meglio i temi intorno a cui gli altri generano confusione. Qualcuno mi dice che quest’anno Play è altra cosa rispetto allo scorso anno: il merito è anche suo.
Ho finito questo pippone infinito. E non so cosa dire a chi mi chiede cosa ascoltare da lunedì! Io mi dedico a studiare cosa va e cosa no in giro per il mondo. Qui, mi divertirò a giocare con i pulsanti dell’autoradio.
Lo so che ho dimenticato qualcuno, che non ho citato tutti, ma succede sempre. A chi ha fatto Play, a chi l’ha ascoltata, grazie. Punto”.