Le risorse per il DAB locale ora ci sono. E vanno prese al volo, perché fanno gola ad altri

dab locale

Il DAB locale ha ora a disposizione ben 18 reti regionali e 4 provinciali in più.
Agcom ha infatti accolto le insistenti richieste del comparto radiofonico ed ha concesso le risorse necessarie per:
a) evitare i pericolosissimi beauty contest;
b) implementare sufficientemente la capacità trasmissiva nelle aree ove la stessa era insufficiente;
c) (tendenzialmente) evitare la progressiva riduzione della qualità delle trasmissioni per indisponibilità di CU rispetto al numero di emittenti da veicolare.
Le reti complessive regionali, con la nuova pianificazione, passano infatti da 54 (di cui 27 decomponibili) a 72 (di cui 28 decomponibili), mentre le reti provinciali passano da 36 a 40.
Ora è essenziale che, in sede di consultazione pubblica (nei 30 giorni già in decorrenza), gli editori rispondano compatti affinché tutte (e sottolineiamo tutte) le risorse messe a disposizione dall’Autorità con la riscrittura dei PNAF DTT e DAB siano immediatamente sfruttate dall’emittenza radiofonica locale.
Non farlo favorirà inevitabilmente gli appetiti dei consorzi DAB nazionali ed in particolare di RAI, che, a più riprese, ha chiesto risorse frequenziali integrative.

Non può essere infatti un caso che, proprio in prossimità della pubblicazione della delibera 54/25/CONS dell’Autorità, recante la consultazione pubblica sulla ridistribuzione delle frequenze della rete nazionale n. 12 del DTT, RAI abbia comunicato che entro giugno 2025 inizierà l’attivazione di (ulteriori) 213 siti per arrivare alla copertura digitale radiofonica via etere dell’85% della popolazione nazionale, entro i due anni successivi.

La richiesta di frequenze aggiuntive rispetto a quelle assentite di RAI

Si tratta – attenzione! – della stessa RAI che a settembre 2024 aveva chiesto ad Agcom di integrare la propria provvista frequenziale DAB  per “ragioni di servizio” e che potrebbe tornare alla carica (il condizionale è meramente di stile, potendo dare tranquillamente come una certezza la prospettazione) nell’ipotesi che gli editori non intendessero sfruttarle rapidamente e pienamente.

Cautele

Peraltro, poiché le nuove risorse derivanti dallo smantellamento della rete DTT n. 12 sono pregiate e spesso migliori di quelle originariamente pianificate per il DAB locale, esse non dovrebbero solo essere destinate ad evitare deleteri beauty contest senza paracadute, ma anche per rivedere le precedenti insufficienti attribuzioni avvenute in diverse aree italiane.

I casi della Lombardia e dell’Emilia Romagna

Prendiamo per esempio i casi della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
Mentre in quest’ultima regione l’assenza di almeno una rete regionale in più ha appiedato diverse emittenti radiofoniche e, soprattutto, impedisce l’ingresso di “nuovi entranti” nei consorzi assegnatari (sicché la rinnovata disponibilità frequenziale è quanto mai provvidenziale), in Lombardia la necessità di tre diritti d’uso pieni in più ab origine ha imposto la rinuncia alla procedura di un ente consortile (con accasamento, in limite litis, dei relativi soci su consorzi assegnatari, non sempre in grado di garantire il servizio nei territori di specifico interesse) ed alla conversione su reti pluriprovinciali di altri due consorzi, che invece avevano piena ambizione di servizio sull’intero territorio regionale.

Riapertura delle manifestazioni d’interesse

Così, in sede di consultazione pubblica, a quanto risulta a NL, sarà proposto da alcuni stakeholders la richiesta di riaprire i termini per la manifestazione d’interesse sulle reti sopravvenute anche agli assegnatari; ovviamente con l’impegno a rinunciare, in caso di assegnazione, al diritto d’uso precedentemente attribuito.

Beauty contest con paracadute d’emergenza

In tale prospettazione, nel caso (assai probabile) che tutti i consorzi convergessero in sede di nuove manifestazioni d’interesse sulle frequenze ex rete 12 (come detto spesso, più pregiate di quelle inizialmente pianificate) ed i successivi tentativi di accordi avanti al Ministero non andassero a buon fine, potrebbero tenersi dei beauty contest senza rischi di riduzione all’inattività dei consorzi soccombenti nella gara, poiché la risorse iniziali rimarranno comunque disponibili.

Differenziazione della programmazione editoriale e commerciale

Peraltro, con la provvista frequenziale messa a disposizione da Agcom per il DAB locale, potrà essere conseguita la tanto sventolata necessità di differenziazione della programmazione editoriale o commerciale attraverso l’utilizzo di reti decomponibili, fin qui scarsamente sfruttate per tali esigenze, attesa la rinnovata capienza di risorse (qui per l’approfondimento del tema specifico).

Obiettivo primario: incrementare le risorse per la radiofonia locale

La stessa Agcom nell’allegato A alla Delibera 54/25/CONS osserva come “La pianificazione delle risorse derivanti dalla ridestinazione del canale 5 VHF e degli altri canali VHF residuali al servizio DAB+ locale persegue dunque l’obiettivo primario di incrementare il numero di reti a copertura regionale, sia per motivi legati all’efficienza d’uso della risorsa disponibile sia perché, analizzando gli esiti delle procedure di assegnazione fin qui espletate, quest’ultimo livello di decomponibilità si è dimostrato quello più adatto alle esigenze del mercato radiofonico locale, anche in relazione alle possibilità di formazione delle società consortili che sono le destinatarie dei diritti d’uso come operatori di rete“.

La configurazione del mux d’origine…

La vigente configurazione del Mux 12, prevede l’impiego di una risorsa principale in banda VHF-III (il canale 5 VHF) da utilizzare in tecnica Single Frequency Network (SFN) limitatamente alle aree di territorio dove non erano disponibili per la pianificazione televisiva frequenze in banda UHF-IV/V.

… e l’utilizzo DAB discendente

L’eliminazione del Mux 12 dalla pianificazione televisiva, tuttavia, libera il canale 5 VHF non solo nelle aree dove lo stesso era pianificato, ma anche in tutte quelle dove la medesima risorsa, pur essendo internazionalmente attribuita all’Italia, non poteva essere pianificata perché disponibile altra risorsa in banda UHF-IV/V e/o per assicurare la dovuta protezione dalle interferenze allo stesso Mux 12 (ad esempio, Piemonte, Lombardia, Campania, etc.).

Paniere rete 12 moltiplicatore di risorse per il mercato locale

In tal senso, per l’appunto, come sottolinea Agcom, “la destinazione delle risorse VHF del Mux 12 al servizio DAB opera come un moltiplicatore di risorse, incrementando l’uso efficiente dello spettro“.

28 reti decomponibili

Le reti complessive regionali, a seguito della nuova pianificazione, passano infatti da 54 (di cui 27 decomponibili) a 72 (di cui 28 decomponibili), mentre le reti provinciali da 36 a 40.

L’esperienza del DTT

L’esperienza delle reti di 2° livello del DTT (con i pendenti ricorsi avanti alla Giustizia Amministrativa) ha, d’altro canto, dimostrato che non sfruttare immediatamente una provvista frequenziale disponibile rende difficile utilizzare la stessa in futuro.

Significativo avvertimento

La giacenza di risorse radioelettriche utili per risolvere (imprevisti o sottovalutati) problemi di compatibilità tra reti di 1° livello e/o di 2° livello, ma impossibili da impiegare per tutta una serie di vincoli (spesso di natura esclusivamente formale), dovrebbe essere un significativo avvertimento di cosa potrebbe accadere se le frequenze della rete 12 non fossero subito pienamente impiegate dal comparto DAB locale.

Incentivazione alla dismissione di impianti FM

E ciò tantopiù che, all’orizzonte, si profila un’incentivazione al disimpegno della FM, come chiaramente dichiarato nell’allegato A alla delibera 54/25/CONS, in cui si fa riferimento alla “questione adriatica”, sottesa alle interferenze internazionali con le confinanti Croazia e Slovenia, su cui avevamo a più riprese allertato nelle scorse settimane (e su cui presto torneremo).

La questione adriatica

“E’ noto che la radiodiffusione sonora analogica in banda FM (87,5-108 MHz) opera sulla base di un uso della risorsa spettrale, ancorché con un sostanziale equilibrio interno, tuttavia abbastanza congestionato e foriero di interferenze nocive al servizio radiofonico dei Paesi vicini – si legge infatti nell’allegato A alla delibera 54/25/CONS -.

Interferenze internazionali

Numerose interferenze transfrontaliere sono segnalate, infatti, da svariati anni all’Italia in tale banda e sono oggetto di continue discussioni, tanto a livello dell’Unione europea quanto a livello dell’ International Telecommunication Union (ITU), nelle quali l’Italia è costantemente richiamata al rispetto della normativa internazionale in materia e alla rimozione delle situazioni interferenziali FM nei confronti di stazioni estere.

Occhio all‘enforcement

Tale situazione potrebbe dunque comportare attività da parte della Commissione di enforcement del quadro unionale.

Cospicuo dividendo di ulteriore capacità DAB dovrebbe indurre a migrazione da FM

L’Autorità ritiene quindi auspicabile che il cospicuo dividendo di capacità trasmissiva per la radiofonia digitale sopra delineato possa indurre, in prospettiva, una migrazione significativa dei contenuti radiofonici dalla piattaforma analogica FM alla piattaforma digitale, con conseguente miglioramento della situazione di utilizzo della banda FM.

Sollecitazione a Ministero, Governo o Parlamento

A tale riguardo il Ministero, o il Governo o il Parlamento nel loro complesso, potrebbero accompagnare la migrazione con eventuali misure incentivanti ovvero meccanismi premianti nel rilascio dei diritti d’uso.

Fermi gli altri presupposti

In ogni caso, rimane ferma la necessità del rispetto delle procedure previste dal Regolamento DAB per l’assegnazione dei diritti d’uso delle reti pianificate, che prevedono l’assegnazione esclusivamente a società consortili composte da almeno 12 membri, nel rispetto degli ulteriori requisiti del Regolamento DAB”, conclude Agcom sul punto.

Non indugiare

Tutti segnali che dovrebbero suggerire agli editori radiofonici locali di non indugiare nemmeno un secondo a riguardo della possibilità di sfruttare massimamente la l’opportunità offerta attraverso la delibera 54/25/CONS.

La provvista integrativa

La quale, lo ricordiamo, prevede la seguente provvista frequenziale integrativa:

✓ bacino d’utenza n. 1 (Piemonte): n. 2 reti a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 2 (Valle d’Aosta): n. 2 reti a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 3 (Lombardia): n. 1 rete a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 4A (Prov. Aut. Trento): n. 1 rete a copertura provinciale;
✓ bacino d’utenza n. 4B (Prov. Aut. Bolzano): n. 3 reti a copertura provinciale;
✓ bacino d’utenza n. 5 (Veneto): n. 2 reti a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 7 (Liguria): n. 1 rete a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 8 (Emilia-Romagna): n. 1 rete a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 9 (Toscana): n. 2 reti a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 11 (Marche): n. 1 rete a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 12 (Lazio): n. 2 reti a copertura regionale;
✓ bacino d’utenza n. 15 (Campania): n. 1 rete a copertura regionale.

Regalo inaspettato

Una confezione radioelettrica infiocchettata – andata ben oltre le aspettative – da sfruttare.
Tutta e subito.

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