Le novità di Giovanni Maria Vian per la rinascita dell’Osservatore Romano

Il nuovo direttore, insediatosi da poco più di un mese dopo la fine dell’era di Mario Agnes, annuncia i cambiamenti che apporterà al giornale per fermare l’emorragia di copie vendute.
 
Morto un papa se ne fa un altro e si fa anche un altro direttore dell’Osservatore Romano. Il giornale del papa, infatti, da poco più d’un mese è diretto dall’annunciatissimo Giovanni Maria Vian, storico, docente universitario, specialista in letteratura cristiana antica e storia della Chiesa, e dal suo vice Carlo Di Cicco, già vaticanista e capo redattore dell’agenzia Asca.
L’Osservatore Romano da anni, forse decenni, vive in uno stato di continuo, progressivo ed inarrestabile declino, corroso dalla perdita di copie vendute e tenuto in vita solo grazie ai lauti finanziamenti pubblici ed alla benevolenza del Vaticano. Il nuovo direttore ha deciso, per questo, d’avviare una riforma per riportarlo in vita, partendo dalla grafica, passando per i contenuti, arrivando alle firme.
“Questo è il giornale del Papa, certo. Ma non è un organo ufficiale della Chiesa. Siamo una squadra e vogliamo essere una squadra al servizio di un progetto: aumentare l’audience del giornale del Papa”, ha annunciato Vian a Prima Comunicazione. Ed, in effetti, i cambiamenti si iniziano ad intravedere e saranno più sostanziali a partire dal prossimo anno. Il primo cambiamento ha riguardato la foliazione, passata da una media di 12 o 16 pagine ad una più ridotta di 8, con un aumento del testo del 10% ed un’impaginazione raffinata, senza titoli cubitali e foto a tutta pagina. Ma le novità dal punto di vista grafico non sono finite e per il prossimo anno sono annunciate ulteriori riforme.
Altra novità ha riguardato le firme: mandate in pensione le precedenti collaborazioni con annesse rubriche, sono stati reclutati nuovi collaboratori, non tutti cattolici: dalla storica, ebrea, Anna Foa, alla giurista Patrizia Clementi, la femminista non cattolica Eugenia Roccella, fino alla storica Lucetta Scaraffia. In questi nuovi reclutamenti c’è il progetto del nuovo direttore di dar spazio ad intellettuali di primo piano che abbiano il compito di “far pensare e discutere anche fuori del perimetro della Chiesa”. Infine, l’Italia, e questo lo si è già notato, ha molto meno risalto nella nuova struttura del giornale: un tempo sia il nostro Paese che la città di Roma, avevano una pagina dedicata ciascuno. Oggi il giornale dà molto più risalto ai fatti internazionali. “L’Osservatore cambierà ancora di più a partire dal 2008 – giura Vian – e nei prossimi mesi realizzeremo un vero e proprio sito Internet dedicato alla testata – oggi è poco più di una vetrina – che dia accesso a tutte le sezioni del giornale”. (G.M. per NL)
 
 

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