Non era mai accaduto in sessantaquattro anni storia di “Le Monde”, il quotidiano della “gauche” francese, fondato nel 1944 da Hubert Bouvèe-Mèry sulle ceneri di “Le Temps”. Questa volta, invece, è accaduto: la forza d’urto di una crisi economica senza precedenti ha, praticamente, messo il comitato di redazione con le spalle al muro, dopo l’annuncio da parte del nuovo trittico di direttori, Eric Fottorino, Pierre Jeantet e Bruno Patino, di un taglio obbligato dei dipendenti, per far fronte a perdite sempre maggiori, nonostante il trend positivo che concerne le vendite.
“Le Monde” fu fondato per volontà del generale De Gaulle, il padre della patria francese che entrò a Parigi per primo dopo la sconfitta dei tedeschi. De Gaulle, simbolo conservatore per eccellenza della politica transalpina (contrapposto per quasi mezzo secolo all’altrettanto carismatica figura del leader socialista Francois Mitterrand), volle con forza questo che nella sua mente doveva divenire il quotidiano più autorevole dell’intero panorama francese, il quotidiano che avrebbe guidato la Francia fuori dal periodo buio. Ed, in effetti, così fu, anche se, probabilmente, nemmeno lo stesso generale avrebbe mai pensato che la linea editoriale gli avrebbe voltato le spalle, per aderire alla politica progressista di Mitterrand e divenire il foglio simbolo della “gauche”.
Negli ultimi vent’anni, a fronte di una sostanziale stabilità delle vendite (ad oggi, è addirittura in trend positivo, +1,7% nel 2007 rispetto al 2006), vi sono stati non pochi fattori di crisi dal punto di vista economico, ma nessuno aveva portato allo sciopero vero e proprio, ossia alla mancata uscita del giornale in edicola. Circostanza presentatasi lo scorso lunedì, 14 aprile. Era sempre stata scongiurata questa evenienza, persino nel 1984, allorquando pareva davvero inevitabile. All’epoca, però, i redattori si unirono in fronte, investirono nel loro lavoro, rilevarono una fetta azionaria considerevole della società editoriale e, grazie anche all’apporto di un fronte di intellettuali e lettori assidui che sovvenzionarono l’operazione, riuscirono a riportarlo in auge senza ricorrere allo sciopero.
Le ragioni di questo atto estremo vanno ricercate in una lunga battaglia tra gli editori e la redazione, con i primi messi al muro dalle perdite economiche (-20 milioni nel 2007, che si sommano ai già 130 milioni di euro di perdite), che hanno dovuto annunciare ingenti tagli tra i dipendenti: 130 collaboratori, tra cui 85-90 redattori, dovrebbero essere sollevati dal loro incarico, a causa della chiusa preventivata di alcune pubblicazioni ritenute “deficitarie o non strategiche” come il giornale per ragazzi “Fleurus Presse”, il mensile “Danser”, la rete di librerie “La Procure” ed il celebre “Le Cahiere du Cinema”, voce dei giovani registi e critici cinematografici della Nouvelle Vague degli anni cinquanta e sessanta. Fattorino, uno dei direttori, si è detto “aperto sulle discussioni sulle modalità del piano”, ma ha osservato che dai sindacati non sono arrivate soluzioni “accettabili” per risanare questa rottura. Intanto, è prevista per oggi un’assemblea dei dipendenti per decidere come evolverà questa protesta. (Giuseppe Colucci per NL)