Nel novembre 2009, nei giorni immediatamente successivi allo switch off del Lazio, in un articolo apparso su Agenzia Radicale, uno dei mezzi d’informazione del Partito Radicale, edito – così come Radio Radicale – dal Centro Produzioni Spa, Claudio Tamburrino aveva storto il naso riguardo al passaggio al digitale della regione capitolina.
Il nuovo formato tv era stato qualificato come “poco extra e molto terrestre”, sottolineandone le falle, le disfunzioni e gli errori commessi durante la fase di passaggio. Oggi, a poco più di un anno di distanza, Radio Radicale, la celebre emittente radiofonica del Pr, recentemente al centro dell’ennesimo dibattito sui finanziamenti che riceve dallo Stato (e che, con il Decreto Milleproroghe, il governo ha deciso di non rinnovare), ha fatto il grande passo verso il video, decidendo di sfruttare la ghiotta possibilità offertale dal digitale. La nuova emittente tv è stata inaugurata domenica scorsa, 23 gennaio, alle ore 17, con la classica discussione domenicale (in genere trasmessa dalle frequenze radio dell’emittente radicale) tra Marco Pannella e l’ex direttore Massimo Bordin. In quell’occasione il leader ultraottentenne ha affermato che “la maggior parte degli italiani non ha mai meritato la grande informazione della radio, l’ha solo consumata senza mai capirne la grandezza. – augurandosi – Speriamo nella tv”. Il palinsesto, per ora ancora in fase sperimentale, ripercorre fedelmente – con l’aggiunta del video – la programmazione radiofonica, includendo notiziari e il consueto appuntamento con la rassegna stampa (ciò che i media direbbero se la governo ci fossero i radicali). Vi saranno, poi, immagini provenienti da incontri, convegni e congressi e – come riporta ItaliaOggi – il Consiglio Comunale di Roma ha espresso il desiderio di far entrare le telecamere di Radio Radicale Tv nelle proprie stanze. Di notte, poi, andranno in onda degli amarcord dell’antica emittente pannelliana, Teleroma 56. Il progetto dell’emittente televisiva nasce, probabilmente, dalla paura che la radio, sopravvissuta a decine di vicissitudini finanziarie, burocratiche, più volte a un passo dalla chiusura e poi sempre risorta, questa volta non ce la faccia: il peso dei radicali in Parlamento e nella vita politica italiana è sempre più relativo e l’età avanzata ha sottratto un po’ della celebre combattività al suo leader spirituale Pannella. Così, grazie a un accordo con Tele Ambiente, il Centro di Produzione Spa ha deciso di sbarcare sul piccolo schermo. Secondo quanto reso da Paolo Chiarelli (direttore della società), si tratterebbe di una concessione a titolo gratuito, che garantisce ai radicali lo sfruttamento delle frequenze, in cambio della produzione di contenuti. L’emittente è rintracciabile sull’identificatore LCN 118 del digitale terrestre (ma per chi non dovesse captarla lì il sito di Radio Radicale Tv rimanda la ricerca agli LCN da 800 a 900 del telecomando), per il momento solo nel Lazio. E alla domanda di un fan, sulla pagina Facebook, che chiede “a quando anche nel resto d’Italia?”, ItaliaOggi risponde indirettamente, affermando che Pannella i suoi abbiano già in progetto l’allargamento del segnale, per il momento solo in Campania, Molise, Abruzzo e sud della Toscana. (G.M. per NL)