La sanatoria è possibile con apposita domanda da presentare all’INPS.
“AAA. offresi condono per regolarizzazione co.co.co fittizi o lavoro in nero. Scadenza 30 settembre. Prezzi modici”. Sembrerebbe uno di quegli annunci che sono soliti campeggiare sulle pagine di quei quotidiani che pubblicano offerte di lavoro. Invece è quanto previsto dalla passata Legge Finanziaria 2007 (296/2007), le cui istruzioni operative sono contenute all’interno della circolare INPS e INAIL n. 116/2007 (qui il documento in formato PDF). In sostanza, chiunque volesse regolarizzare i rapporti di lavoro a progetto (fittizi o irregolari) o i lavoratori in nero – estinguendo in tal modo i reati previsti in materia di mancata contribuzione versata – può farlo sino al 30/09/2008, presentando apposita domanda all’INPS e versando, una volta accolta l’istanza, una somma agevolata per il pagamento dei contributi di regolarizzazione. Il procedimento si articola in tre fasi: 1. sottoscrizione di un accordo sindacale a livello aziendale o territoriale che disciplini e regolarizzi i rapporti di lavoro in nero in rapporti di lavoro subordinato non inferiori a 2 anni e che concili i diritti di natura contributiva e risarcitoria. Tale accordo dovrà essere sottoscritto prima della presentazione dell’istanza di sanatoria all’INPS; 2. presentazione dell’istanza all’INPS entro il 30 settembre prossimo, le cui regole, come detto, sono contenute nella richiamata circolare (sarà poi l’INPS ad avviare l’istruttoria); 3. regolarizzazione dei lavoratori ed il pagamento dei contributi non versati. I lavoratori dovranno essere assunti per un periodo non inferiore a 24 mesi e vedranno corrisposta una somma – a titolo di rimborso del mancato versamento dei contributi, pari a due terzi di quanto dovuto, in due tranches: un quinto del totale entro il 16 ottobre e 60 rate mensili, ad interessi zero, per la parte restante. Un sistema semplice e rapido per rendere regolarizzato chi non lo era. Unica nota che stona – a parere di chi scrive – è che non sono previsti interessi, considerato che alla base di tutto vi è la violazione di un diritto sacrosanto, cioè il vedere retribuiti gli sforzi del proprio lavoro. Come sempre, l’Italia è il paese delle sanatorie, ma a metà costo per chi viola la legge. (M.P. per NL)