Per parecchi minuti ogni giorno milioni di giovani studenti delle scuole americane sono prigionieri a bordo delle scatole gialle dei mitici school bus. I due imprenditori di BusRadio, Steven Shulman e Michael Yanoff, hanno pensato bene di sfruttare questa audience per sviluppare una nuova offerta mediatica basata su un intelligente impiego delle nuove tecnologie. La programmazione di BusRadio viene commercializzata contattando direttamente i plessi scolastici che gestiscono i trasferimenti degli scuolabus. Gli autisti ricevono una speciale “autoradio”. Ogni giorno BusRadio distribuisce l’ultima edizione del programma via Internet, verso i server installati presso i depositi degli scuolabus. Da qui il programma viene caricato sulla radio di bordo via Wi-Fi, completamente in automatico e al mattino, appena il bus inizia il suo giro, l’autista preme il pulsante della programmazione desiderata (tre tagli corrispondenti ad altrettanti gradi di istruzione) e le “trasmissioni” hanno inizio. BusRadio offre musica, parlato e naturalmente qualche annuncio pubblicitario. Inoltre l’apparecchio funge da radio AM/FM, sistema di comunicazione interno al bus ed è dotato di ricevitore GPS e lettore RFID, con in più un pulsante antipanico che serve a mettersi in contatto con la polizia in caso di emergenza.
Finora il sistema ha raggiunto la quota di un milione di ascoltatori in 23 stati e punta verso i cinque milioni (pari a 50, 60 mila scuolabus), tra le sue ambizioni c’è anche la volontà di espandere la propria presenza mediatica su altri mezzi e offrire il programma in syndication sulle stazioni radio vere. Non tutti sono contenti. Alcuni gruppi per la tutela minorile osservano che i programmi non sono sempre appropriati e che sfruttare in questo modo i giovani per vendere pubblicità non è un comportamento etico. BusRadio ribatte che grazie alla musica e ai deejay gli studenti sono più tranquilli, l’autista non viene molestato e il viaggio in scuolabus diventa più sicuro. Shulman e Yanoff hanno già raccolto 18,5 milioni di dollari in due round di finanziamento e sono in attesa di un terzo.