(ADUC.it) – Il commissario dell’Autorita’ per le garanzie nelle Comunicazioni Giancarlo Innocenzi, coinvolto nelle intercettazioni telefoniche relative al caso Sacca’ (l’ex direttore di Rai Fiction poi spostato ad altro incarico) non ha violato le regole del Codice etico dell’organismo di garanzia.
E’ la conclusione alla quale, a quanto si apprende, e’ arrivato il 24 ottobre il Comitato etico dell’Agcom e che e’ stata recepita – a maggioranza – dal Consiglio dell’Autorita’ il 6 novembre.
In sostanza, il Comitato etico – il cui parere e’ stato chiesto dallo stesso Consiglio all’unanimita’ – ha osservato che i fatti emersi dalle intercettazioni, in particolare da una conversazione tra Innocenzi e Agostino Sacca’, non avevano connessioni con l’attivita’ istituzionale dell’Agcom, ma riguardavano piuttosto la sfera dei rapporti interpersonali (la cui riservatezza e’ protetta dalla legge) di un soggetto che peraltro non risultava coinvolto in indagini penali.
Il Comitato ha anche osservato che la legge vieta ai componenti dell’Autorita’ soltanto ‘gli incarichi elettivi o di rappresentanza nei partiti politici’, senza altre preclusioni.
A quanto si apprende, il Comitato etico ha anche sottolineato la ‘dubbia liceita”, e quindi utilizzabilita’, della pubblicazione a mezzo stampa delle intercettazioni a carico di una persona estranea al procedimento penale. In conclusione, i fatti esaminati non sono risultati suscettibili, a giudizio del Comitato, ‘di addebito giuridicamente rilevante per violazione di alcuna regola del Codice etico’, valutazione poi fatta propria dal Consiglio, con il parere contrario di tre commissari.
Dopo aver esaminato il caso Innocenzi in sei sedute, il 24 settembre il Consiglio dell’Agcom aveva deciso di rivolgersi al Comitato etico, allora composto dal professore Leopoldo Elia e dai presidenti Riccardo Chieppa e Pasquale De Lise. Il 5 ottobre Elia e’ scomparso, ma il Comitato ha ritenuto legittimo continuare a lavorare con due soli componenti in base a due considerazioni: se il Consiglio si fosse affrettato a nominare un sostituto di Elia, la nomina si sarebbe prestata a illazioni su possibili interferenze sull’attivita’ dell’organismo; d’altra parte, la giurisprudenza stabilisce che un collegio a tre membri puo’ funzionare anche con due componenti.