Alla fine i risultati si son visti. Un anno fa La7 era sul piede di guerra, con la redazione news in sciopero a causa dei tagli, di personale e di risorse economiche, decisi dal successore dell’ex amministratore delegato, Antonio Campo dall’Orto, vero e proprio motore portante di La7 e della sua costola, Mtv, per tanti anni (nonostante la giovane età). Occorreva tagliare i costi, visto l’enorme debito che gravava sulle spalle dell’editore, Telecom, ed aumentare lo share. Il tutto, con un imperativo: attirare la casalinga di Voghera, un imperativo che suonava un po’ strano per un’emittente come La7, che aveva sempre cercato di non essere generalista al 100% come Rai e Mediaset e di portare in video spesso e volentieri contenuti di nicchia.
È passato un anno ed oggi qualche risultato s’è visto. tagliando costi e vendendo asset, Giovanni Stella è riuscito a far diminuire le perdite annue, a carico dell’editore, da 120 a 70 milioni di euro. Tutto questo, operando anche cospicui tagli in redazione e non penalizzando la qualità dei programmi della rete, dice. Lo spiega lo stesso Stella, in un’intervista concessa a Prima Comunicazione. “Appena sono arrivato il mio azionista mi ha detto: ‘Non ho nessuna intenzione di coprire 120 milioni di perdite, quindi datti da fare’ – dice – Io ho cercato di darmi da fare, da quando sono arrivato è uscito il 35% dei dirigenti e in tutto sono andate via circa 80 persone. E adesso siamo a un livello di compatibilità: i 120 milioni verranno sostanzialmente diminuiti di 50. La bravura della dirigenza è stata quella di raggiungere questi risultati in termini di taglio dei costi pur non facendo scadere la qualità della televisione. Anzi, forse si può dire che la qualità sia persino migliorata”. Di sicuro i risultati in termini di share non fanno rimpiangere i tempi di Dall’Orto. Ciò che si rimpiange, probabilmente, è l’addio di alcune colonne portanti dell’emittente degli ultimi anni, da Giuliano Ferrara, passato al Sole 24 Ore, a Piero Chiambretti, che ha ceduto alla corte di Mediaset. Fino all’addio avvelenato a Daniele Luttazzi. Ma quelli erano ancora i tempi di Dall’Orto. Per quanto riguarda l’ingerenza dell’editore nelle scelte di natura editoriale, Stella spiega: “Questa televisione non è stata mai al servizio di Telecom Italia. Quindi quando sono arrivato avevo un messaggio molto semplice da far passare, un messaggio di autonomia, di indipendenza e di efficienza. Era questo che volevo comunicare”. Ed ancora. “L’azienda era fisiologicamente autonoma e indipendente, si trattava solo di raccogliere le forze e di convogliarle verso l’efficienza e l’economia. Tant’è vero che credo, e ce lo riconoscono tutti, che i nostri autori, i nostri personaggi e le nostre star si sentono e sono tra i più autonomi nel mondo della televisione”. Ad ogni modo, la cura Stella pare stia funzionando. Certo, non potrà accontentare tutti, ma i conti sembrano dargli ragione. (G.M. per NL