‘Telecom Italia Media ha deciso di smantellare l’informazione su La7′: impegnato nella vertenza con l’azienda, che ha avviato la procedura per il licenziamento collettivo di 25 giornalisti, il comitato di redazione della testata porta oggi la sua protesta nella sede della stampa estera a Roma. Il 10 novembre e’ fissato il prossimo incontro tra le parti, nel giorno in cui si chiude la prima fase del confronto sindacale; in caso di mancato accordo, scattera’ poi la fase successiva di altri 30 giorni al ministero del Lavoro.
Il cdr, rappresentato da Adalberto Baldini e Stefano Ferrante, mette sotto accusa in particolare ‘il duro attacco al pluralismo e alla democrazia in Italia’ e ‘la violazione delle norme europee in materia di diritti sindacali e trasparenza dei dati: la legge – spiega Ferrante – prevede che sia data ampia facolta’ alle parti di confrontarsi su questi temi, affidando quindi al sindacato poteri di cogestione e controllo, in un regime di parita’. Ma questo finora non e’ avvenuto: l’azienda non ci ha fornito i conti disaggregati, ne’ alcun dato assoluto sui costi. Si tratta, dunque, di licenziamenti al buio’.
Nell’ultimo incontro, spiega ancora il cdr, ‘l’azienda ha parlato di misure alternative al licenziamento: ma non accettiamo alcuna ipotesi di rinvio ne’ siamo disposti a cadere nella trappola di una liquidazione forzosa’.
Piuttosto, bilanci alla mano, il comitato di redazione spiega che ‘a fronte di 20 milioni di risultato negativo imputati al tg e ai programmi di informazione, si scopre che nel 2007 l’azienda ha speso 19 milioni per consulenze e prestazioni professionali: un fatto scandaloso, inaccettabile. E tuttora continua ad appaltare all’esterno prodotti giornalistici, tagliando fuori i colleghi della redazione’. Il cdr punta anche il dito contro ‘la cessione delle attivita’ di pay per view, un asset strategico, alla Airplus Tv: una decisione che rischia di favorire il monopolio di Mediaset sul fronte del digitale terrestre a pagamento’. Anzi, Ferrante si chiede se La7 non stia pagando ‘il fatto di essere un ostacolo al possibile matrimonio commerciale e industriale fra Mediaset e Telecom nel settore dell’Iptv’, la tv su protocollo Internet.
Numerose le testimonianze di solidarieta’ alla battaglia dei giornalisti de La7. Se Piero Fassino ha inviato un messaggio di sostegno, il presidente di Articolo 21, Federico Orlando, chiede alla Federazione nazionale della stampa di ‘mobilitare la categoria, magari con un’ora simbolica di sciopero a sostegno della vertenza’. Il segretario dell’Associazione stampa romana, Paolo Butturini, spiega che il sindacato ha chiesto a Ti Media di ‘recuperare la centralita’ dell’informazione nella rete, utilizzando i colleghi con i piu’ vari strumenti possibili’, ma si definisce anche ‘stupito dell’atteggiamento del direttore Antonello Piroso, che si e’ pedissequamente sdraiato sulle posizioni dell’azienda’.
Per Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, ‘non c’e’ futuro per La7: la procedura avviata e’ un’anomalia che porta solo alla smobilitazione dell’emittente. Si va verso la scomparsa di una voce importante dell’informazione italiana in un quadro che vede tre grandi questioni aperte: la vicenda de La7, i tagli all’editoria, la Rai bloccata e allo sfacelo’.
Anche per Roberto Natale, presidente della Fnsi, ‘la vicenda de La7 ha una valenza assolutamente generale per tutto il settore dell’informazione. Dopodomani ci sara’ il Consiglio generale della Federazione e in quella sede dovranno essere prese delle decisioni’.