La Web Tv rappresenta il medium alternativo alla tivù tradizionale. Ma è veramente un business?

Negli ultimi anni, ai tradizionali canali di diffusione dei contenuti video (tv analogica, tv digitale terrestre e tv satellitare) si sono affiancate nuove piattaforme diffusive, ad esse alternative. Nuove tecnologie vengono utilizzate per soddisfare la crescente domanda di contenuti video, le quali si traducono per gli operatori del settore nella possibilità di sviluppare nuovi e forse più proficui business. Web tv, IPTV e Mobile TV sono nell futuro prossimo il veicolo di contenuti multimediali, cosicché gli operatori non possono lasciarsi sfuggire l’opportunità, con un occhio attento ai diversi punti di criticità e con l’attenzione necessaria allo sviluppo ed all’introduzione delle implementazioni tecnologiche che permetteranno di migliorare la qualità del servizio. Ma come tradurre le tendenze in atto in possibilità di nuovi business? Ernst&Young ha studiato il fenomeno in un’indagine del 2008, prendendo in esame e raffrontando i dati riguardanti l’Italia e l’Europa, arrivando all’indicazione delle possibili strategie che le aziende possono mettere in atto per sfruttare in pieno le possibilità che si presentano. Dallo studio emergono tre principali tendenze. Innanzitutto, si rileva un cambiamento delle scelte con cui l’utente preferisce fruire dei contenuti video, scelte che migrano dalla tv tradizionale verso la web tv e l’IPTV. Il secondo dato emerso è quello della bassa qualità dei video prodotti dagli utenti e che le realizzazioni spesso non assolvono ai diritti d’uso (in pratica non possono essere utilizzati per veicolare la pubblicità). Esempi di questo tipo sono i video “postati” su You Tube. Infine, last but not least, è emersa l’assoluta necessità di un cambiamento da parte degli operatori, non solo delle loro strategie commerciali (ad esempio un minor costo per la fruizione dei servizi) ma anche della distribuzione del rischio, con un innalzamento del livello di risk sharing a carico dei fornitori e distributori di contenuti. Passando ai numeri, nel 2008 in Italia si è assistito ad una crescita consistente della trasmissione di contenuti video sul web, ben il 33% rispetto all’anno precedente e ad una crescita considerevole anche degli operatori del settore (364 che gestiscono 633 canali web). E questi numeri sembrano destinati a crescere proporzionalmente dell’utenza sia in termini di fruitori sia in termini di tempo medio passato davanti al pc. Basso il livello di penetrazione dell’IPTV, con solo 600 mila utenti; numeri ancora più significativi se confrontati con altri paesi europei, come ad esempio la Francia che ha ben 4,4 milioni di utenti. Scarso successo, scarsi introiti e quindi scarse possibilità per gli operatori di effettuare investimenti significativi in questo settore. L’Italia si piazza invece al secondo posto nel settore della Mobile Internet, con una penetrazione media del 14%, preceduta dal regno unito con il 15%. Ma, e questo è un fenomeno comune in tutta l’Europa, solo una parte poco significativa degli utenti della Mobile Internet è anche utente della Mobile Video: il 29% (in Italia solo il 4% con 10 accessi al mese). Jean-Pierre Fabre Bruot, Executive di Ernst & Young, ha commentato: “Internet si sta progressivamente affermando come opportunità di sviluppo per le aziende del settore media. Diventa quindi di fondamentale importanza comprendere e sfruttare le tendenze in atto, anche nell’ottica di individuare nuovi canali per contrastare la generale diminuzione degli investimenti pubblicitari sui tradizionali mezzi di comunicazione. In un periodo di difficoltà economica come quello attuale, Internet rimane l’unico media a mantenere una crescita positiva della raccolta pubblicitaria”. Ed è su questo che devono puntare i nostri player di settore. (G.M. per NL)
 
 

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