“Tv senza frontiere” è un progetto, una direttiva emanata dal parlamento europeo nel 1989, riaggiornata nel 1997 e nel 2005, con l’obiettivo di sanare il vistoso distacco esistente tra la televisione europea e quella statunitense. Tra i punti salienti troviamo la libera circolazione dei format all’interno del mercato unico europeo, l’importanza di trasmissioni, film e programmi prodotti in Europa, per i quali è prevista l’occupazione di almeno metà dei palinsesti sulle reti pubbliche; e poi la tutela delle diversità culturali, con più tempo del palinsesto dedicato alle minoranze, maggiore vigilanza sugli orari di fascia protetta, dedicati ai minori, ed, infine, il rispetto dei vincolo sul volume massimo di pubblicità che un’emittente può trasmettere. Riguardo tale direttiva ha discusso nel pomeriggio di ieri l’europarlamento, data la situazione di assoluta subalternità in cui versa il sistema europeo nei confronti di quello americano. Questa direttiva dovrebbe, inoltre, favorire il passaggio alle nuove tecnologie, tema su cui l’Italia si trova ancora molto indietro, anche rispetto agli stessi standard europei. Infatti, colpa dell’enorme mole di format, serie tv e film importati, in particolar modo dalle reti Mediaset, il nostro sistema tv resta relegato ad un ruolo assolutamente minoritario rispetto agli altri paesi; sostiene Giorgio Gori, a nome dell’associazione dei produttori televisivi, che nel nostro paese “della produzione indipendente non si è mai occupato nessuno, mentre ovunque nel mondo è la struttura portante dell’industria”. Intanto Mario Landolfi, presidente della commissione di vigilanza Rai, polemizza nei confronti del governo in merito al ddl che mira a sdoganare il duopolio e a promuovere il passaggio al digitale, in particolare sul punto della diminuzione del volume di pubblicità che ogni rete può trasmettere (punto in perfetta sintonia con la direttiva europea, che Landolfi afferma di condividere). “Questa direttiva è molto importante, deve trovare l’Italia pronta […]. Da noi il governo vuole togliere la pubblicità dalla tv per darla ai giornali quando in Inghilterra Google raccoglie più pubblicità della seconda rete televisiva. Il mondo va da una parte mentre l’Italia con questo governo va in direzione opposta”. Secondo Landolfi, quindi, il ddl Gentiloni va in controtendenza rispetto alla direttiva europea, alla quale dichiaratamente e concretamente si ispira.(G.C. per NL)