La televisione in sé per sé non tramonta mai. Muta aspetto, contenuti, pubblico, ma non passa mai di moda. A fronte, infatti, dei continui richiami contro la spazzatura che popola gran parte del piccolo schermo, a fronte dei new media che paiono risucchiare su di essi ogni tipo di fruitore o utilizzatore di media, la penetrazione televisiva resta pressoché intatta, continua a coinvolgere la quasi totalità della popolazione italiana. Certo è che l’avvento prima ed il consolidamento della tv satellitare e tematica ora, hanno sottratto una fetta non indifferente di pubblico ai sette canali tradizionali, ma a trionfare è sempre lui, il piccolo schermo. Una ricerca Mpg, riferita al pubblico televisivo nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni, rivela come il satellite si trovi in una fase di fortissima ascesa sul piano degli ascolti, grazie alla propria peculiarità di venire incontro ad ogni tipo d’esigenza. E non è un caso che sia stata presa in esame proprio la fascia d’età 15-34, essendo la più attenta ai cambiamenti, alle novità, nonché la più propensa a “consumare” (quindi la più ricercata dagli investitors pubblicitari) e lo specchio della società del futuro. I canali satellitari, però, sottraggono a quelli analogici una quantità di pubblico molto significativa nella fascia pomeridiana e pre serale (12-15 e 18.30-20.30), mentre continuano ad inchinarsi allo strapotere della tradizione nel prime time. Ciò che se ne deduce è che, essendo il prime time popolato da grosse fette di un pubblico distratto, non affezionato, che guarda la tv solo per svago, senza prestarle troppa attenzione, il prime continua a far trionfare la tv generalista proprio per questo: se sei davvero interessato guardi ciò che vuoi guardare, se non lo sei guardi ciò che capita. E nella gran parte dei casi i primi canali che si vanno a sbirciare sono quelli tradizionali (oltretutto chi non è particolarmente interessato ai contenuti televisivi spesso e volentieri il satellite non lo possiede nemmeno). Sono quindi i “distratti”, i fruitori per noia o per assenza di altre occupazioni, che continuano a far trionfare questo tipo di tv. (Giuseppe Colucci per NL)