Presso la facoltà di economia dell’Università Roma Tre si è svolto l’evento finale del Nokia University Program 2006, un progetto, avviato da Nokia nel 2003, per avvicinare il mondo dell’impresa alla realtà universitaria. I diversi interventi, ovviamente, esprimevano diversi punti di vista ma su un aspetto tutti sono stati concordi: per realizzare davvero la convergenza multimediale ogni operatore di contenuti, telefonici e del web dovrà prestare molta più attenzione al cliente e alle sue esigenze. La convergenza, tema divenuto caro agli operatori, è il concetto alla base dell’evoluzione delle moderne tecnologie delle TLC: “La convergenza tra le tecnologie” ha dichiarato il ministro Gentiloni “è una prospettiva ormai concreta, come per esempio tra telefoni, computer, televisioni e infrastrutture di rete. Su queste infrastrutture, oltre al traffico vocale ed a quello dati, transiteranno sempre più anche servizi televisivi. Noi abbiamo avuto già un aumento dei contenuti televisivi attraverso il digitale satellitare: prossimamente ne avremo uno ulteriore attraverso il digitale terrestre, che ha oltretutto il vantaggio di presentarsi con una formula gratuita e quindi socialmente importante, e avremo ancora un incremento di contenuti grazie alla televisione su protocollo internet che si diffonderà nei prossimi anni”. Per il ministro sono però due le incognite legate a questo fenomeno “Che la qualità finisca relegata alla tv a pagamento e il trash rimanga gratis e generalista e che il cliente finale venga sommerso da una marea di decoder e telecomandi”. In Italia. La neonata IPTV, è già una realtà ben avviata: da una parte, si trovano operatori telefonici e i produttori di contenuti che puntano sulla TV fruibile via internet, dall’altra, l’interesse delle agenzie di rilevazione dati che ormai si affacciano sulla IPTV, e lo sviluppo concreto di piattaforme di social broadcasting. “La convergenza multimediale è una straordinaria prospettiva di arricchimento” ha aggiunto Gentiloni “ma dobbiamo ricordarci che al centro di questo processo deve esserci il consumatore. E quindi, il processo di convergenza deve essere semplice e accessibile”. E, interpellato sulla complessità di utilizzo dei decoder digitali e sulla numerazione degli stessi annuncia “è un problema su cui sta lavorando l’Agcom. Gli addetti ai lavori sanno bene che, individuare una numerazione automatica, richiede una trattativa e un compromesso molto importante, perché chi becca un numero nei primi dieci ha un vantaggio competitivo straordinario. Per questo credo che l’Authority lancerà nelle prossime settimane una consultazione pubblica per trovare un accordo che definisca almeno i primi 50 numeri”. (TL per NL)