La settimana degli equilibri

equilibri

Settimana intensa quella appena trascorsa: da una parte, la scomparsa di Silvio Berlusconi, evento destinato ad aggiornare la fotografia dell’etere radiotelevisivo italiano, quand’anche non nell’immediato; dall’altra, il contrasto tra RAI e TER, foriero, questo sì, di cambiamenti immediati.
Relativamente alla famiglia Berlusconi, con la dipartita del Cavaliere,  si sono, naturalmente, intensificate le ipotesi che già circolavano da settimane in coincidenza con la ripetizione dei ricoveri dell’ex premier.

Equilibri 1

C’è chi parla di una cessione di Mediaset a Cairo, chi ventila un ritorno dei pacificati francesi di Vivendi, chi fantastica su spezzatini a partire dalle radio. In realtà, come detto in apertura, molto probabilmente nulla varierà nel breve termine, mentre è altamente probabile che accadrà qualcosa medio tempore. Inutile quindi soffermarvisi più di tanto.

Equilibri 2

Decisamente diversa la situazione nel mondo radiofonico, con una RAI sempre più determinata a modificare i contrappesi del settore uscendo dal TER, coerentemente col pensiero di Roberto Sergio esposto più volte su queste pagine quando era ancora il direttore di Radio RAI (nel frattempo è upgradato come AD), mutuato ora da Flavio Mucciante che ne sta prendendo il posto.

TERxit

Se prima la non iscrizione di RAI all’indagine 2024 del Tavolo Editori Radio era solo un’ipotesi, dopo l’intervista su Newslinet a Mucciante, la decisione è stata formalizzata pubblicamente e pure oggetto di un comunicato stampa ripreso un po’ da tutte le testate.

Escalation

Ad essere onesti, ad inizio settimana, con la previsione dell’intervista a Federico Silvestri, presidente di TER, avevamo avuto qualche speranza che lo strappo si potesse cucire.

Diffida

Purtroppo, però, a dichiarazioni ricevute,  è stato immediatamente chiaro come le distanze tra le due parti fossero ancora eccessive, come dimostrato (anche) dalle successive decisioni di RAI, che ha potenziato la carica oppositiva diffidando il TER dal pubblicare i dati della concessionaria pubblica del primo semestre 2023 (viziato, secondo RAI, dagli effetti di una intensa campagna di sensibilizzazione degli ascoltatori da parte di un numero sempre crescente di emittenti).

Contagio

Decisione seguita anche da altre emittenti con analoghe richieste (tra queste c’è Radio Margherita, ma a NL risultano altre stazioni che starebbero valutando la scelta).

I pesci a galla

Ma c’è di più: l’invasione di un territorio fin qui inesplorato da parte di RAI sta facendo venire a galla tutta una serie di altri problemi esistenti, ma, più o meno, celati.

Modelli ed esponenti

Uno, esplosivo, riguarda il comparto radiofonico locale, che, per un verso, è palese che necessiti di una indagine con un modello differente da quello delle nazionali e, per un altro, non si ritiene sufficientemente rappresentato nel TER.

Misure orizzontali e verticali

Sul primo punto avevamo già osservato come il settore della radiofonia nazionale sia bisognoso di una rilevazione di tipo orizzontale (con un maggior numero di dati di dettaglio, più che una classifica delle emittenti), mentre quello locale non può prescindere da un’indagine essenzialmente verticale ma con un campione molto più elevato dell’attuale. In entrambi i casi, il CATI non appare una metodologia satisfattiva.

Mediazioni

Circa il secondo punto, ricordiamo che, a differenza delle radio nazionali, la presenza delle stazioni locali nell’indagine non è diretta ma mediata da rappresentanze, già al centro da anni di polemiche (che più volte abbiamo ospitato su queste pagine) sull’efficacia del proprio ruolo.

Miccia

Se fino a settimana scorsa pensavamo che la miccia accesa da RAI potesse essere spenta con la decisione da parte del TER di aggiornare il modello CATI, integrandolo con quello del meter già dal 2024, l’escalation del confronto (che ormai è apertamente uno scontro) ci porta a pensare che l’anno prossimo potrebbero anche esserci due indagini parallele.

Due indagini?

Di cui una, magari, promossa da RAI e nella quale potrebbero confluire tutti i soggetti che a vario titolo non si ritengono soddisfatti dell’attuale rilevazione.

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