Il Ministero dello Sviluppo Economico sta rilasciando ai network provider i provvedimenti relativi all’assegnazione dei diritti d’uso definitivi delle frequenze televisive terrestri.
La durata temporale dei titoli assentiti è di 20 anni. In un mercato che evolve sul piano tecnologico nel giro di pochi mesi, due decenni sono un’eternità (basti pensare a come è cambiato l’assetto tecnico dell’etere italiano dal 1992 ad oggi…). Nessuno, quindi, è disposto a credere che l’arco di tempo effettivo sarà quello così fissato. Piuttosto, i più, sono pronti a sottoscrivere che, entro un decennio, la tv terrestre sarà definitivamente migrata sul web e sul sat, mentre gli attuali canali DTT saranno tutti stati destinati allo sviluppo dell’internet mobile. Di qui la prospettiva di una pianificazione dell’impiego delle risorse frequenziali assegnate a breve termine. Con le conseguenti limitazione degli investimenti sulle infrastrutture, stagnazione dei contenuti digitali, progressiva perdita dell’utenza e degli investitori pubblicitari e complessivo impoverimento (ulteriore) del comparto.