Che momentaccio in Viale Mazzini. Dopo il caso della Commissione di vigilanza che ha deciso di sfiduciare Petruccioli, la polemica tra “Il Giornale” di Giordano e la redazione di Rai news 24 riguardo il numero strabordante di giornalisti rispetto ad un’audience bassissima e la notizia odierna delle dimissioni di Giuliano Urbani dal CdA (il quale, in realtà, ha rimesso il proprio mandato in mano al Parlamento), ecco la tegola che non t’aspetti: lo share.
Dopo oltre un anno di risultati molto soddisfacenti, infatti, qualcosa si è inceppato nei meccanismi che regolano i palinsesti Rai: crisi dei format precostituiti, programmi che non decollano e target sempre più vecchio, che somiglia ogni giorno di più a quello di Mediaset (e su questa cosa ci sarebbero da fare diverse digressioni sul piano sociologico…). E la frittata è fatta: negli ultimi due mesi, infatti, il trend positivo si è interrotto, concedendo al pur non trascendentale palinsesto delle reti di Cologno la vittoria quasi su ogni fronte. E questo, tra l’altro, non è nemmeno un periodo dell’anno come gli altri: è il periodo durante il quale i pubblicitari programmano i propri investimenti, raccogliendo, come ovvio, dati circa gli ascolti delle diverse trasmissioni, nelle diverse fasce orarie, su tutte le reti nazionali e non.
L’inizio della stagione autunnale, la più calda dal punto di vista della sfida tra palinsesti, ha fatto registrare una falsa partenza da parte dell’azienda di Stato per quanto riguarda il capitolo fiction. “Guerra e pace” a parte (che, comunque, ha perso 700.000 spettatori tra prima e seconda puntata), l’altro ipotetico fiore all’occhiello, “Gente di mare 2”, è stato regolarmente battuto di due punti percentuali dal ritorno di “Ciao Darwin” su Canale5. Sul fronte opposto, invece, è stata azzeccata la scelta de “Il capo dei capi”, dedicato alla vita del boss mafioso Totò Riina, che ha superato di ben nove punti di share un rivale, certo non troppo competitivo, come “I fuoriclasse” di Carlo Conti.
Capitolo format, uno dei talloni d’Achille più pericolosi per la Rai. “Il treno dei desideri”, in onda in prima serata il sabato sera (abbinato alla Lotteria Italia) e condotto da Antonella Clerici, riesce a farsi battere settimanalmente con una media di sei o sette punti in più, dal redivivo “C’è posta per te” di Maria De Filippi, format certamente collaudato, ma vicino alla fine del proprio ciclo di vita televisivo. Anche “Ballando con le stelle”, presentato da Milly Carlucci, non ha ripetuto i fasti della scorsa stagione, specie perché trovatosi a fronteggiare un Golia del calibro di “Zelig”. Risultato: Bisio e Incontrada battono Carlucci di cinque punti ogni venerdì.
Ultima nota dolente per Cappon e compagni è rappresentata da “Affari tuoi”. Il vero cavallo di razza dell’ammiraglia Rai, negli ultimi anni sempre vincente su “Striscia”, inizia a perdere colpi: merito delle novità presentate per i vent’anni del format di Antonio Ricci o colpa dell’usura naturale cui è soggetta una trasmissione che per anni ha incollato un numero spropositato di italiani davanti agli schermi? Un mix d’entrambi, condito dall’autogol clamoroso di Riotta, che ha dato il via al trend positivo del tg satirico di Canale5, dedicandovi uno speciale il giorno della sua prima puntata, proprio al momento del lancio incrociato delle prime serate da parte dei telegiornali. Norme elementari da rispettare in una situazione concorrenziale così agguerrita, che evidentemente Riotta ignora, nonostante il prestigio della propria poltrona.
Per chiudere, comunque, un’unica, sola, nota positiva per la Rai. Mercoledì scorso, infatti, nonostante il Milan di Champions sia uscito sconfitto dalla sfida con “Dr. House”, la Ventura ha portato un po’ d’ossigeno in Viale Mazzini, grazie all’“Isola dei Famosi” che, invece, l’ha spuntata su tutti. Una magra consolazione, specie se si considera che questa vittoria arriva proprio sul terreno più caro al Biscione: i reality show. Proprio quei reality show che la Rai aveva annunciato di voler abolire dai propri palinsesti. (Giuseppe Colucci per NL)