Nielsen ha pubblicato i dati della raccolta pubblicitaria in Italia nel primo bimestre 2015. I dati riflettono non già e non solo lo stato economico della pubblicità dopo la dieta delle vacche, ma anche il reale interesse dei media planner verso i singoli mezzi.
Secondo lo spaccato offerto dall’istituto di ricerca, continua il crollo verticale di stampa quotidiana e periodica, della direct mail e del cinema, mentre la stessa tv, che pure nell’ultimo periodo dello scorso anno aveva mostrato segni di ripresa, lascia sul campo il 5% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2014. Voce fuori dal coro: la radio, che sale di oltre il 5%, peraltro a confronto di un dato dell’esercizio passato, pure positivo sul precedente. Segno che gli investitori scelgono con maggior ponderazione i mezzi su cui promuoversi, premiando solo chi è in grado di fornire riscontri rapidi ed effettivi.