Altra gatta da pelare in casa Rai. La povera azienda di Stato sembra davvero destinata ad una brutta fine se continuerà ad essere gestita con canoni squisitamente politici invece che con quelli della qualità. Ora vogliono cancellare persino Saviano.
Lo scrittore napoletano dovrebbe andare in video, il prossimo autunno, su Raitre, con una serie di quattro puntate di una trasmissione co-condotta con Fabio Fazio: il titolo, già pronto, è "Vieni via con me". Anche i contenuti dei mercoledì sera della terza rete Rai sono già pronti e sono stati anticipati: si tratta del caso di Piergiorgio Welby, il militante radicale che riuscì, nel 2006, ad ottenere che gli venisse staccata la spina del respiratore che lo teneva in vita; una puntata, poi, sarà dedicata alla ‘ndrangheta, una sarà sulla ricostruzione de L’Aquila e una sulla questione rifiuti in Campania. Queste ultime due, però, andrebbero a toccare corde poco gradite al Governo Berlusconi che ha fatto, di entrambe le questioni, un fiore all’occhiello della propria politica. La dirigenza Rai, con il direttore generale Masi in testa, quindi, contrariamente ad ogni regola, sia economica, sia qualitativa, sta cercando di fare in modo che, invece delle quattro concordate, le puntate si riducano a due, tralasciando i temi caldi che tanto spaventano il datore di lavoro, ossia il Governo. Sembra anche che Masi avrebbe avanzato la proposta di dilazionare le quattro puntate, nientemeno che nell’arco di due anni: due puntate l’autunno prossimo e due l’autunno successivo, quando la notiziabilità e l’attrattiva del caso-L’Aquila e di quello dei rifiuti saranno precipitati. Insomma, la Rai sta cercando di mettere i bastoni tra le ruote alla nuova liason Fazio-Saviano ed il significato di questo gesto è puramente, squisitamente, politico. Nulla di più. Non vi sono ragioni razionali per chiedere tagli o dilazioni, l’unica ragione, sembra chiaro, è la volontà di non creare imbarazzi al Governo Berlusconi. Questa mattina, intanto, il dg Masi ha ricevuto i palinsesti per la prossima stagione e martedì li discuterà insieme al CdA. Sembra pressoché certo che i membri di quest’ultimo, in quota Pdl, non cederanno facilmente sulla questione della cancellazione o dello spezzatino delle puntate di "Vieni via con me". Dall’altra parte, però, lo staff di Fazio e Saviano ha fatto sapere che se l’azienda non dovesse accettare il pacchetto così com’è, non se ne farà nulla. L’atmosfera è molto concitata e contribuisce a gettare benzina sul fuoco appiccato da altri casi scabrosi che stanno togliendo il sonno ai dirigenti dell’azienda. Prima è scoppiato il caso-Santoro (che, intanto, lunedì terrà una conferenza stampa in compagnia del direttore di rete Massimo Liofreddi, e probabilmente annuncerà che resterà alla Rai), poi quello di Corradino Mineo, più volte dato per partente e recentemente attaccato dal viceministro Romani (cui va ad aggiungersi il caso del misterioso oscuramento di RaiNews 24 nei giorni dello switch off in Lombardia e Piemonte). Infine, è arrivata la Dandini, anche lei attaccata brutalmente da Romani (ultimo, in ordine di tempo) e sul piede di guerra per via dei tentativi di dimezzare anche il suo spazio televisivo. Ora, tocca a Fazio e Saviano. Di questo passo chissà dove andremo a finire. Per fortuna, però, qualcuno che tenta di dare una parvenza di normalità in azienda c’è. Si tratta del presidente Galimberti, che si è schierato dalla parte della trasmissione e del direttore di rete, Antonio Di Bella. "Auspico che il progetto originario presentato dal direttore di RaiTre – ha dichiarato – sia quello che verrà poi sottoposto al giudizio del Consiglio di amministrazione. La presenza di Saviano sui nostri schermi dà corpo all’idea di qualità che secondo me deve incarnare la Rai". Già, la qualità. Quella che sta sempre più sparendo a causa dell’incompetenza di certi dirigenti. A proposito del direttore di Raitre, intanto, è stata resa nota la sentenza del giudice che ha deciso di reintegrare al suo posto Paolo Ruffini: se la Rai non prenderà una decisione, Raitre si ritroverà con due direttori. Che, per fortuna, però, sono amici. "Sono pronto a dimettermi se verrà deciso il reintegro del mio amico Ruffini – ha infatti sostenuto Di Bella, rivolgendosi a Masi -. E fino a quel momento difendo l’autonomia della rete". Che la difenda anche in CdA, al cospetto di coloro che tentano di scippargliela. (G.C. per NL)