In merito allo spot del film “Videocracy”, la RAI precisa che come in precedenti occasioni la vicenda è stata trattata a livello di strutture amministrative ed in particolare dall’Ufficio legale. "Si è tenuto conto della vigente normativa di disciplina delle trasmissioni del servizio pubblico radiotelevisivo che anche in periodo non elettorale devono essere informate al principio del contraddittorio in coerenza con gli indirizzi della Commissione Parlamentare di Vigilanza e con quelli dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni", spiega una nota della concessionaria pubblica. "Secondo tali indirizzi la Concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo non può procedere alla diffusione di programmi, anche in forma di spot, che non siano informati ai principi suddetti, espressi nella legislazione in vigore. A tal proposito, si rileva che anche il Contratto di Servizio e il Codice Etico Aziendale impongono che i messaggi pubblicitari siano leali, onesti, corretti e non contengano elementi atti ad offendere le convinzioni morali, civili e politiche dei cittadini e la dignità della persona umana. Tuttavia la RAI, nel massimo spirito di collaborazione, ha comunque espresso formalmente alla Fandango la propria disponibilità alla messa in onda degli spot in questione nell’ipotesi in cui la società produttrice avesse assicurato il rispetto dei principi essenziali del contraddittorio e del pluralismo informativo a cui la Rai è tenuta. Nessuna adesione allo stato attuale è pervenuta dalla medesima società che quindi non ha messo la Rai nella condizione di poter trasmettere lo spot nel rispetto delle regole su indicate", conclude il comunicato RAI.