La radio rinasce dall’aggressione dell’intelligenza artificiale. Smith Geiger Group: le personalità faranno la differenza

Smith Geiger Group

Andrew Finlayson (Smith Geiger Group): la migliore arma di difesa della Radio nei confronti della IA generativa sono le sue personalities. Ma a condizione che abbiano quattro caratteristiche contestuali: 1) autenticità (anche senza raffinatezza); 2) engagement con stile personale; 3) approccio “everyman”; 4) capacità di astrazione.

Un interessante seminario di Andrew Finlayson, EVP Digital Strategies AI di Smith Geiger Group, “collaborative community of inquisitive thinkers”, che attraverso “approfondimenti quantitativi e qualitativi e consulenza strategica”, crea “audience, marchi e ricavi” per la propria clientela, ha fatto il punto sul futuro della radiofonia al cospetto dell’era della intelligenza artificiale generativa. Che, volenti o nolenti, è un dato di fatto col quale editori e conduttori devono confrontarsi. Insieme agli utenti finali, gli ascoltatori.

Personalities

Nel suo intervento, l’esponente di Smith Geiger Group ha evidenziato che il principale strumento di bilanciamento nell’inevitabile ingerenza che l’ecosistema di produzione dei contenuti audio/video/testuali subirà da parte dell’intelligenza artificiale è determinato dall’impiego delle “personalities“. Ma ad alcune condizioni.

Caratteristiche delle personalities over the top

Ma chi sono (oggi) le personalities radiofoniche?
Tecnicamente un “personaggio radiofonico”, nella sua più moderna accezione, è un influencer radiofonico disintermediato rispetto al suo vettore radiofonico. Una specie di over the top la cui autorevolezza è riconosciuta da un pubblico che non lo identifica con la radio che lo ospita, ma viceversa, associa quest’ultima a lui.

Cruciani

Il caso da manuale, in Italia, è Giuseppe Cruciani, che non è tanto conosciuto come “un conduttore di Radio 24”, ma come il deus ex machina de La Zanzara (il suo programma), come se quest’ultima fosse un contenuto a sé, indipendente dal suo contenitore. In altri termini, non è “Cruciani, quello di Radio 24”, ma “Radio 24, quella di Cruciani”.

Conduttore e radio personality

E qui entriamo subito nel merito della questione.
Un conduttore radiofonico la cui personalità non emerge nel flusso radiofonico normalizzato di una stazione non è, evidentemente, una radio personality, ma un componente sostanzialmente indistinto di un palinsesto lineare.

Elemento aggredibile dalla IA

E, come tale, un elemento debole, più o meno facilmente sostituibile nel medio termine da una sintesi vocale di IA generativa applicata alla radiofonia (che, nel giro di un anno, ha già raggiunto livelli notevoli di affinamento).

Radio alimentata a personalità

Per questo Finlayson ha spiegato, nella sessione formativa di ieri (giovedì 29/02/2024), che “La radio è alimentata dalle personalità“, esponendo i dati di un sondaggio condotto da Smith Geiger Group.

Le quattro caratteristiche secondo il sondaggio Smith Geiger Group

L’analisi, relativa alle personalities delle radio country USA, ha mostrato come gli ascoltatori, con un ampio margine, abbiano preferito conduttori dotati di forte personalità, contraddistinte dalla presenza, contemporanea, di quattro caratteristiche.

Personalità autentica anche se non raffinata

La prima caratteristica che una personalità radiofonica deve avere, secondo il sondaggio di Smith Geiger Group, è l’autenticità, anche se non munita di raffinatezza. E sul punto, anche se il target è differente, il pensiero non può che correre proprio allo stile particolare di Giuseppe Cruciani.

Engagement e stile

Il secondo elemento è la capacità di coinvolgimento del pubblico sulle “stories” trattate (così come sulla musica, del resto) con competenze singolari nella prosa e nel tono, in particolare nell’abilità di porre in rilievo accorgimenti stilistici (“innalzamento del tono della voce, collocazione e pronunce di elementi della frase, ecc.“), “che ne sottolineano l’unicità” e che, allo stato, sono gli elementi più difficilmente replicabili da una IA generativa.

Everyman

La terza caratteristica apprezzata dal pubblico raggiunto dall’indagine di Smith Geiger Group è l’approccio casual “everyman”, cioè la trasmissione di empatia, altro elemento di difficile replicazione da parte di una IA, che, per sua natura, difficilmente avrà – quantomeno ancora per diverso tempo – la capacità di comprendere o sentire ciò che un’altra persona sta vivendo (in altri termini, la tendenza a “mettersi nei panni di un altro”).

Astrazione: la più difficile per gli umani, la più facile per l’IA

Il quarto ed ultimo punto, che, viceversa, è il più difficile per un essere umano ed il più facile per una IA generativa è la capacità di astrazione. Il pubblico indagato dal sondaggio di Smith Geiger Group ha mostrato di apprezzare “Personalità che non parlano mai dei loro valori o della politica”, cioè che riescono a mostrare un elevato grado di astrazione dagli argomenti trattati, pur riuscendo a creare engagement sui temi esposti.

Calcolatore

Proprio perché il pensiero astratto è “la capacità di cogliere l’essenziale e le caratteristiche comuni”, è evidente la maggiore capacità di un sistema di IA di portare alla mente i diversi aspetti di una situazione, prevedere e pianificare il futuro, pensare in modo simbolico e trarre conclusioni.

Le personalities hanno un vantaggio sulla IA: sono reali

Ma, al di là della capacità della IA generativa di astrarsi, le personalities radiofoniche hanno una marcia in più: gli influencer di maggior successo sono loro stessi. Perché reali“, ha detto Finlayson.

L’occasione giusta

“In un mondo che strariperà di contenuti creati dall’intelligenza artificiale, questa è la nostra opportunità. E’ la nostra occasione per entrare in contatto con il pubblico”.

I dati del sondaggio Smith Geiger Group

Entrando nel merito dei dati rilevati, una percentuale considerevole del pubblico analizzato dall’indagine di Smith Geiger Group si è opposto al concetto di “voci” dell’IA.

Il 47% contrario alle voci artificiali

Addirittura il 47% del campione ha affermato di “odiare l’idea di una IA generativa in ambito radiofonico” o comunque di “non apprezzarla“.

Il difficile è distinguere le voci sintetiche da quelle umane uniformate

Anche se il problema è riuscire a distinguere quelle sintetiche da quelle umane non dotate delle quattro caratteristiche citate.

Petizione di principio

In sostanza, il rifiuto verso una conduzione radiofonica da parte di voci artificiali in sé appare una petizione di principio. Un pregiudizio, in definitiva, che va “riempito con la capacità di un conduttore di dimostrare capacità concrete di differenziazione”.

Battaglia IA vs personalities sarà comunque dura

“Se, quindi, l’idea di utilizzare le voci dell’intelligenza artificiale va contro la preferenza degli intervistati per l’autenticità delle proprie personalities, la battaglia sarà dura”, considerati i passi da gigante che l’IA generativa sta compiendo, ha concluso Finlayson.

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