La pubblicità è meglio raccoglierla anche “in house”

Accordo del quotidiano “Avvenire” con la concessionaria Publicinque per l’advertising sulle pubblicazioni della CEI


Il nostro coinvolgimento diretto nella relazione con gli investitori pubblicitari permette di approfondire le potenzialità offerte dai nostri mezzi, soprattutto per quanto riguarda il rapporto di grande fiducia che lega i lettori al nostro giornale” (cfr. Italia Oggi, 23/01/2008, p. 28). Parla in questi termini Dino Boffo (foto), direttore dal 1994 del quotidiano “Avvenire”, per annunciare l’intesa raggiunta con Publicinque, la concessionaria pubblicitaria del gruppo ed importante riferimento anche delle altre testate giornalistiche gestite dalla Conferenza Episcopale (i mensili “Luoghi della Famiglia” e “Noi Genitori e Figli”). D’ora in poi sarà creata una nuova struttura che consentirà a tutto il gruppo di operare sia congiuntamente che disgiuntamente nel mercato della promotion. La decisione è maturata anche considerando la virtuosa crescita registrata dal quotidiano voluto da Papa Paolo VI: negli ultimi tre anni la diffusione media del quotidiano si è spinta fino a raggiungere, nel 2007 appena trascorso, una media di 104.436 copie giornaliere vendute (cfr. Accertamenti Diffusione Stampa, media mobile dal mese di novembre 2006 al mese di ottobre 2007: www.adsnews.it), totalizzando nello stesso periodo una crescita degli investimenti pubblicitari nel gruppo editoriale di riferimento pari al 9,5% complessivo. A ciò si aggiunga l’ulteriore incremento del 28% per quanto concerne la raccolta diretta.
I risultati consolidati rappresentano, nei loro valori assoluti e se rapportati al panorama della nostrana editoria cartacea, una vera e propria scommessa vinta per un organo d’informazione così settoriale. Nonostante l’Avvenire si rivolga ad un pubblico di nicchia, registra tra i più alti livelli di fidelizzazione: su un totale di 104.436 copie, ben 79.660 sono distribuite agli abbonati e se di per sè il dato non lascia sbalorditi per l’insignificanza delle cifre non opportunamente contestualizzate, si paragonino questi risultati con quelli del “Corriere della Sera”, il quale, con una diffusione media di oltre 664.000 copie, conta poco più di 24.000 abbonati (non siamo mica in Germania!).
Altrettanto non può dirsi per il settimanale cattolico della confraternita Paolini, “Famiglia Cristiana”, per il quale l’amministratore delegato della capogruppo don Vito Fracchiolla prospetta una seria riorganizzazione della redazione con cui fronteggiare una pesantissima crisi che ha fatto perdere ricavi al periodico cattolico per 10 milioni di euro, decrementandone la diffusione dell’11% (Italia Oggi, 18/01/2008, p. 32). (Stefano Cionini per NL)

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