L’oggetto – tempestivamente segnalato da Andrea Borgnino – è nel catalogo del negozio online Rebelio.it, una società di e-shopping torinese. La cosa curiosa è che di sistema DRM, di onde corte, di multi-compatibilità, Rebelio non parla affatto. L’apparecchio radio compare infatti sotto la voce “Tecnologia DAB”, di cui peraltro è al momento l’unico rappresentante. Non c’è scritto da nessuna parte che questo modello riceve anche in Digital Radio Mondiale (e in FM). A questo punto viene anche il dubbio che il DRM non sia supportato in questa versione: ma certamente l’aspetto fisico del dispositivo è in tutto e per tutto identico a quello che era stato presentato alla IFA di Berlino e che da diverse settimane è in vendita in Germania sul negozio virtuale dell’operatore Deutsche Telekom. Il prezzo su Rebelio, spese di consegna escluse, è di 199 euro e il sito promette di spedire nel giro di tre giorni. Neanche malaccio, insomma.
Sono sintomi difficili da interpretare. Gli esperti che seguono le vicende legate a questo standard di radio digitale sanno che i ricevitori e la componentistica sono in forte ritardo. Ma quando finalmente i costruttori si danno una mossa, il canale commerciale non fa nulla per promuovere la tecnologia. Non è colpa di Rebelio, ma di chi non spiega a Rebelio le differenze tra una radio solo DAB e una radio che oltre alle stazioni DAB è – almeno sulla carta, le prime recensioni non sono certo entusiastiche – in grado di sintonizzarsi su stazioni FM e sulle onde corte DRM. Tra l’altro, mettere in vendita qualcosa di apparentemente compatibile solo col DAB in Italia è già una scelta a metà strada tra il dissennato e il coraggioso. A questo punto, non ce ne voglia nessuno, viene il sospetto che la via alla radio digitale, già abbastanza tortuosa per questioni tecnologiche e regolamentari, sia popolata da autentici stupidi.