La presa di Roma. Come quella di Torino

Monte Mario, RAI, Roma

Problemi analoghi a quelli che si stanno registrando da mesi in Piemonte si stanno verificando in questi giorni anche a Roma, dopo lo switch-off DTT dei giorni scorsi.
Parliamo delle due reti di 2° livello gestite per Torino, Cuneo, Asti (UHF 27) e Roma (UHF 41) da Rai Way, verso le quali i fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) segnalano lamentele di ricezione provenienti dall’utenza, non solo nelle aree periferiche, ma anche in quelle urbane.

La situazione è pressoché identica: i FSMA deducono che le prestazioni delle reti di 2° livello di Rai Way non siano idonee a garantire il servizio atteso, mentre, dall’altra parte, l’operatore di rete sostiene di aver messo in opera quanto autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico sulla base del Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (PNAF), coi relativi punti di verifica (PDV).

Prospettive non dissimili

Si sono già tenute diverse riunioni tecniche anche per il mux di Roma, ma allo stato le prospettive appaiono simili a quelle del Piemonte, che peraltro subisce gravi problemi anche relativamente a conflitti LCN con le reti lombarde di 1° livello della AT03, che ricomprende anche il Piemonte orientale.

Convolgimento del Mise

Appare infatti necessario il coinvolgimento del Mise per verificare cosa è stato fatto, come è stato fatto e se esistono – e sono attuabili – correttivi per ottenere quanto necessario per un servizio soddisfacente a favore dei FSMA.

Tavoli tecnici anche per le reti di secondo livello?

Ministero che, però, potrebbe opporre che i tavoli tecnici istituibili ex art. 1 comma 11 quater del D.L. 228/2021, convertito nella L. 15/2022 riguardano solo le reti di 1° livello. Anche se, fin qui, i pochi consessi tecnici indetti non hanno condotto sostanzialmente ad alcun apprezzabile risultato, come dimostrato dall’interrogazione parlamentare recentemente presentata.

MCL Avvocati Associati - La presa di Roma. Come quella di Torino

Ci sarà un giudice a Torino e Roma?

Se il Mise non lo farà, inevitabilmente, la questione finirà sub judice“, commenta l’avvocato Stefano Cionini, co-founder di MCL Avvocati Associati, law firm che cura l’Area Affari Legali di Consultmedia, che assiste numerose emittenti veicolate sulle reti di 2° livello oggetto di contenzioso.

Rapporti di natura privatistica

A quel punto sarà un CTU ad accertare le ragioni sottese al problema. D’altra parte ciò che regola il rapporto tra FSMA e operatore di rete è un contratto di natura privatistica. Con obblighi reciproci. A partire da quello di garantire il raggiungimento della popolazione nel cuore dell’area geografica interessata“.

foto antenne di Floriano Fornasiero

 

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