Il silenzio di Murdoch sulla vicenda RAI-Sky sta iniziando a crucciare i vertici del baraccone televisivo pubblico. E pare che qualche mal di testa stia procurando anche dalle parti di Cologno Monzese. Quale sarà la prossima mossa dell’Australiano? RAI, cercando di pungolare l’utenza a spostarsi sul DTT, sta oscurando sempre più programmi delle reti free (1, 2 e 3) sulla piattaforma di Sky, che fino ad ora ha contrattaccato, pur efficacemente, solo rimpiazzando i canali Raisat con nuovi contenuti propri; quindi con una reazione morbida. Vero che, allo stato, le pive nel sacco ce le hanno (come al solito) quelli di Viale Mazzini, i cui programmi Raisat sono ora disponibili gratis su una piattaforma tv sat alternativa che nessuno guarda (anche perché dei ricevitori Tivùsat non c’è ombra nei grandi centri commerciali) e su un DTT ancora stentato, a fronte di un bel mancato provento economico (i soldi che Sky avrebbe corrisposto per quei contenuti). Ma, come sanno tutti, il vero problema di Murdoch sarà la cancellazione dal bouquet di Sky delle prime tre reti RAI. Posto quindi che è certo che in un lasso di tempo più o meno breve (serve un provvedimento di modifica dell’attuale quadro normativo di specie) RAI mollerà pienamente la piattaforma sat pay (fa niente se ne pagheranno le spese qualche milioni di italiani e la concessionaria pubblica lascerà sul campo una bella fetta di audience, a tutto vantaggio di quel che la sinistra vorrebbe essere il gran burattinaio della vicenda), tutti si chiedono quale sarà la contromossa dello Squalo. La sua News Corp ha sei miliardi di dollari di liquidità in pancia e, in questo periodo di magra, di grandi affari con cotanta grana se ne potrebbero fare molti, anche nel mondo televisivo italiano. E allora, chissà se quel fiume di denaro subirà una qualche deviazione verso il Belpaese. Magari per alterare gli equilibri del DTT, tanto caro proprio a RAI e a Mediaset.