E’ incredibile come, in un’Italia stretta dalla recessione, con i consumi in picchiata e l’economia imprenditoriale a seguire, il governo Monti tenga nel cassetto le preziose frequenze del dividendo interno.
Evaporata l’assurda l’ipotesi di regalarle a Mediaset, RAI e Telecom Italia attraverso l’ignominiosa procedura del beauty contest, si era deciso di metterle all’asta allargando la partecipazione agli operatori telefonici. Poi, però, più nulla era stato dato a sapere. Così, il silenzio rimbombante della premiata ditta Monti & C. ha pungolato Mediaset ad impugnare al TAR la decisione di cancellare la gara non competitiva per l’attribuzione dei canali ritagliati dal Piano delle frequenze licenziato da Agcom per gli operatori di rete su scala nazionale (nuovi entranti o meno). Difficile che i giudici amministrativi riconoscano ragione al Biscione, stante l’attuale contingenza socio-economica e la fondatezza tecnico-giuridica della decisione di Monti. Ma almeno, forse, ciò potrà determinare il governo a darsi una mossa.