Roma – È stato trovato in fin di vita fuori da un ospedale: un colpo di pistola alla tempia, è morto nonostante i medici abbiano tentato di salvarlo. Si tratta di Magomed Yevloyev, giornalista e fondatore di ingushetia.ru, sito di riferimento per i cittadini dell’Inguscezia, repubblica schiacciata tra Ossezia del Nord, Cecenia e Georgia.
Il suo sito web non ha mai risparmiato le critiche nei confronti del governo. Con una tattica già adottata dalle autorità russe, nei mesi scorsi ingushetia.ru era stato affiancato da un sito di impronta governativa dal dominio molto simile, inghshetiaru.net. Altro modo di scoraggiare i visitatori del sito di Yevloyev, ricordano da Reporters Sans Frontières, era stato quello di redirezionarli verso un dominio pornografico.
Il sito fondato da Yevloyev era poi stato vittima di un blocco imposto per arginare quelle che le autorità avevano bollato come sortite “estremiste”: il sito guidato da Yevloyev, che aveva chiamato la popolazione a mobilitarsi per protestare contro la corruzione dell’amministrazione statale, era stato accusato di incitare l’odio razziale. Il giornalista aveva definito questi provvedimenti come “il tentativo di ridurre al silenzio l’ultima voce indipendente dell’Inguscezia”. “Era molto popolare in Inguscezia” racconta
un rappresentante di Memorial, un gruppo di attivisti russo che si batte per la tutela dei diritti umani: gli ingusci, dopo il blocco, si erano industriati per continuare ad accedere alle news pubblicate da ingushetia.ru.
Yevloyev, nella giornata di domenica, stava rientrando in Inguscezia da Mosca: l’aereo sul quale era salito a bordo ospitava anche il presidente inguscio fedele al Cremlino Murat Zyazikov. Dopo l’atterraggio, il giornalista è stato fermato dalle forze dell’ordine: la fonti locali riportano che avrebbe dovuto testimoniare riguardo all’esplosione di una bomba avvenuta nei mesi scorsi. Yevloyev si è allontanato su una macchina della polizia, poi una colluttazione. Le autorità locali hanno attribuito la morte del giornalista ad una tragica fatalità: Yevloyev avrebbe tentato di appropriarsi dell’arma di un agente, un colpo lo avrebbe inavvertitamente raggiunto.
Le indagini preliminari sono state avviate per chiarire le circostanze della morte del giornalista web. Nel frattempo il dissenso ha raggiunto le piazze: sono centinaia i cittadini e i netizen ingusci che stanno manifestando per chiedere trasperenza. Sono in molti, dagli attivisti locali a organizzazioni come RSF, ad azzardare in maniera più o meno esplicita una corrlezione tra la morte di Yevloyev e l’impegno del giornalista nel denunciare gli abusi commessi dalle autorità attraverso il suo sito.
Yevloyev aveva già paventato la propria morte: nel 2007 aveva espresso la preoccupazione che il presidente inguscio stesse tramando per metterlo a tacere.
Gaia Bottà