Un articolo di Prima Comunicazione sottolinea come l’incontinenza verbale di Berlusconi riesca a superare persino i diktat ch’egli si auto impone.
Obiettivo numero uno: non prenderle. Prendere esempio dal povero Prodi che in quanto a prenderle, per la voglia di parlare in pubblico direttamente e senza intermediari, se n’era prese parecchie. E se Prodi era caduto nella trappola, figurarsi Berlusconi e la sua lingua lunga, la sua irrefrenabile voglia di chiacchierare con la gente a tu per tu, di fare battute, di prendere in giro l’opposizione e, soprattutto, di promettere, promettere, promettere. L’aveva giurato, il Premier: “Basta con la politica da trivio”, basta con le battute rubate dai finestrini della sua auto, basta con gli interventi in programmi televisivi, notte dei Telegatti e quant’altro. E lo aveva intimato anche ai suo ministri durante il primo Consiglio: non facciamo la fine di Prodi, affidiamoci solo alle conferenze stampa, lasciamo che parlino per noi coloro che paghiamo perché ci diano un’immagine e non rischiamo di rovinarcela per il gusto di rispondere tono su tono. Ecco che allora la sofisticata macchina informativa si mette in moto, con Roberto Gasparotti, ex operatore Mediaset e uomo di fiducia del premier, aveva intimato ai cameraman, giornalisti e cronisti rosa che soggiornano stabilmente davanti a palazzo Chigi di fare le valigie ed andarsene; anche Paolo Bonaiuti, portavoce del governo, aveva messo in moto un piano raffinatissimo per la comunicazione dell’esecutivo: una doppia struttura che prevede da un lato l’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, guidato dall’ex giornalista radiofonico Fabrizio Casinelli (e dai due vice Silvio Mellara ed Angelo Di Silvio) e dall’altro uno staff impegnato nelle campagne informative del governo. Tanto per dimostrare che in campo di comunicazione il governo Berlusconi non è secondo a nessuno. Ma niente da fare, il digiuno comunicativo del Presidente non è durato così tanto. È bastato, lo scorso 7 luglio, il bagno di folla napoletano in occasione dei proclami per la presunta pulizia della città, per risvegliare l’anima popolare e popolana di Berlusconi, che si è lasciato andare al solito siparietto sui comunisti, sulla sinistra, alle promesse sulla cordata straniera per Alitalia e ai proclami sulla Finanziaria. Insomma, qualcosa di già visto. Ma non doveva parlare solo tramite conferenze stampa? (G.M. per NL)