Per alcuni è rimasto un software impareggiabile. Per altri è diventato comunque parte della storia di internet. Quella recente storia che ha modificato in modo immanente il mercato della musica e il concetto di condivisione dei file.
Stiamo parlando di Napster, la tecnologia peer-to-peer nata nel 1999 per mano di Shawn Fanning e Sean Parker (foto); uccisa (almeno nella sua versione free) nel 2001, a seguito della sentenza che impose la chiusura al pubblico per via della ripetuta (per molti ancora presunta) violazione del copyright. E mentre Mr. Fanning tentava (purtroppo senza successo) di trasformare Napster in un software a pagamento con 26 milioni di dollari di indennizzo e altri 10 per royalties future, il giovanissimo Mr. Parker (l’allora co-fondatore) proseguiva il suo viaggio di successo online. Come? Prima fondando il social network Plaxo, poi acquistando il 7% delle azioni di Facebook, oggi diventando parte di una cordata di potenziali acquirenti della Warner Music. Si tratterebbe dunque di una lunga rivincita, durata circa un decennio, che ha permesso al “cattivo” di tornare “buono”. Il ragazzino che mise a dura prova il mercato della musica internazionale (tutt’ora in seria crisi per via della proliferazione di musica online), ora è un potente trentaduenne che potrebbe salvare uno degli ex nemici (la major Warner Music) dagli effetti di quella stessa crisi che lui aveva contribuito, dieci anni prima, ad innescare. Secondo il Wall Street Journal, l’apporto di Mr. Parker potrebbe, in questa occasione, non essere economico, ma semplicemente gestionale. Qualunque sia il modo è certo che nessuno di noi, nel 2001, avrebbe immaginato ad una storia del genere. Il Journal ha anche reso noto che del gruppo di potenziali acquirenti faranno parte anche il multimiliardario californiano Rob Burkle, nonché Doug Teitelbaum, re dei megastore statunitensi. Non ci sono ancora dettagli sul valore o la praticabilità di questa ingente operazione. (M.M. per NL)