La “guerra” della TV si combatte tra più piattaforme

Gli attori di questa “guerra” sono nomi di primo piano, al punto da rendere appassionante la partita che si giocherà su più piattaforme: Rai e Mediaset da una parte e Sky dall’altra, con la partecipazione di Telecom Italia


di Giuseppe Cutrone

(One IP Television.it) – Si profilano grossi movimenti nel panorama televisivo del nostro Paese. Come forse avrete sentito dai vari notiziari, o letto sui giornali, sembra che l’arrivo del digitale sia destinato a far rivedere gli assetti dell’intero sistema televisivo italiano.

Gli attori di questa “guerra” sono nomi di primo piano, al punto da rendere appassionante la partita che si giocherà su più piattaforme: Rai e Mediaset da una parte e Sky dall’altra, con la partecipazione di Telecom Italia (per ora con un ruolo marginale, ma vista l’incertezza dello scenario, è difficile stabilire che peso possa avere più avanti) attraverso la controllata Telecom Italia Media.

L’oggetto del contendere è la supremazia televisiva in epoca digitale, non una cosa da poco quindi, specie in una Paese grande consumatore di TV come il nostro. Il casus belli è stato l’annuncio della creazione della società Tivù SRL, appartenente a Rai e Mediaset per il 48% e per il restante 4% a Telecom Italia Media, la quale si occuperà di racchiudere in un’unica offerta, e sotto un unico marchio, tutti i canali gratuiti, presenti già adesso, sul digitale terrestre e di distribuirli, è questa la novità di rilievo, anche via satellite con il nome di Tivù Sat.

Sono quindi in molti a vedere in questa piattaforma satellitare la risposta di Rai e Mediaset a Sky, la Pay TV di News Corporation che i dati danno in netto guadagno in termini di ascolti, abbonamenti e ricavi pubblicitari proprio a diretto svantaggio delle altre due protagoniste della televisione nazionale. Il contrattacco portato dai due ex-avversari della TV generalista analogica, sembra essere ben studiato e portato senza risparmiare le risorse.

I fatti recenti vedono la Rai inviare la disdetta per il contratto che regola l’utilizzo dello standard di codifica NDS (lo stesso sistema usato da Sky e che rende possibile la visione integrale dei tre canali nazionali tramite lo Skybox), per le trasmissioni di cui la TV pubblica non possiede i diritti per l’estero; cosa prospettabile come preludio all’uscita dei tre canali Rai dal bouquet Sky, a favore della nuova Tivù Sat. Allo stesso tempo sembra al vaglio di Mediaset la possibilità di effettuare la stessa mossa nei confronti di Sky.

Una partita complessa, quindi, in cui è da definire per bene il ruolo di un possibile protagonista come Telecom Italia che, in questi giorni, alcune voci hanno dato nel mirino della stessa News Corporation, attraverso l’acquisto del pacchetto di azioni Telecom in mano a Telefonica, quasi come risposta di Murdoch alla strategia di Rai e Mediaset.

Certo che l’ingresso di Telecom Italia potrebbe spostare questa “guerra” anche sull’IPTV, oltre che sul satellite e sul DTT, ridefinendo ancora una volta gli scenari, già di per sé molto incerti, che si vanno delineando sul futuro della TV digitale nostrana.

Speriamo che almeno a beneficiarne sia il telespettatore, con un’offerta integrata tra più piattaforme e sempre più ricca, completa e, si spera, gratuita.

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