In Europa, ogni giorno, 9 e-mail scambiate su 10 sono spam, ossia messaggi sgraditi, indesiderati, che spesso, oltre ad essere una scocciatura, rappresentano dei rischi di natura economica, e non solo, per i poveri malcapitati. La maggiore fucina degli spam sono gli Stati Uniti, ma anche nei paesi dell’est (Cina, Giappone, Corea del Sud) si stanno sviluppando a macchia d’olio questi fenomeni, mentre in Europa si cerca di combatterli in ogni modo. Si è calcolato che le cosiddette “spam gang” siano, nel mondo, non più di 200, con una schiera di 600 “professionisti” del mestiere, che gestiscono il traffico di spam in tutta la Terra, qualcosa come l’80-90% del totale delle e-mail che la popolazione mondiale si scambia giornalmente. I dati dicono che solo in Europa ne girano 60 miliardi al giorno (avete capito bene: 60 miliardi!), con un giro d’affari (calcolato dalla Commissione Europea) di circa 39 miliardi di euro. Il più famoso spammer del mondo è, senza dubbio, Jeremy Jaynes (foto), classe 1974, il più grande professionista del settore: prima di ricevere una condanna a 9 anni di carcere aveva raccolto qualcosa come 24 milioni di dollari grazie alla sua attività.
Ad oggi, comunque, in piena guerra nei confronti del fenomeno-spam, sta nascendo una sorta di nuova frontiera della “rottura-di-scatole-via-posta-elettronica”: il phishing. Qui si fa sul serio, comunque, si rischia di essere “spennati” davvero. Questo phishing non è altro che il tentativo di dirottare gli utenti su pagine web inesistenti, al sol scopo di ricavarne, copiarne, estrapolarne codici di vario genere, dalle password per accedere a documenti protetti, ai codici di carta di credito, a tutto ciò che l’astuzia di questi signori sta riuscendo a catturare.
Nel frattempo, però, fortunatamente, qualcosa da qualche parte si muove. Dei circa 60 miliardi di spam che girano tra caselle e-mail, cellulari e quant’altro, in tutta l’Europa, solo l’1% proviene dalla Svizzera, eppure questa nazione ha deciso di dare l’esempio a tutti coloro che, stanchi della sempre più insopportabile proliferazione di messaggi di ogni tipo, provenienti da attori della comunicazione che conoscono (chissà come) le nostre caselle di posta elettronica, continuano a sopportare passivamente questa situazione. In Svizzera, infatti, è entrata in vigore la scorsa settimana la nuova legge sulle telecomunicazioni, che prevede un inasprimento delle sanzioni per quel che riguarda il fenomeno degli spam: sanzioni pecuniarie molto pesanti e, in alcuni casi, anche pene detentive. Per combattere questi fenomeni occorre prendere iniziative serie, non limitarsi a premere il tasto “cancella” ogni qual volta vediamo sulla nostra casella di posta un’e-mail indesiderata. (Giuseppe Colucci per NL)