La pubblicità nel primo trimestre del 2013 ha lasciato parecchi morti e moltissimi feriti. A passarsela peggio sono stati i quotidiani, che hanno lasciato sul campo oltre il 26% del volume delle inserzioni dell’anno precedente, seguiti dai periodici che hanno visto dissolversi il 22,3% delle risorse pubblicitarie.
E’ andata malissimo anche per direct-mail e cinema, che hanno dissipato percentuali rispettivamente di poco al di sopra e di poco al di sotto del 20%. Radio e televisione, invece, sono praticamente schierate sulla media del comparto pubblicitario, che ha smarrito quasi il 19% dei ricavi rispetto all’esercizio 2012. Il rampante web sorride a denti stretti, dopo aver frenato bruscamente la sua crescita, attestandosi intorno al +2%. Benissimo è invece andata all’outdoor, che ha segnato un eccezionale +8,4%. Il peggio tuttavia, sembra essere passato, posto che (come avevamo pronosticato su queste pagine) dalla prima settimana di maggio tutti i media hanno registrato uno scatto nella prenotazione di spazi pubblicitari, sia nell’immediato che sullo fondo delle pianificazioni da settembre in poi. Presagi della fine della crisi economica più devastante degli ultimi sessanta anni o euforia determinata dal crollo dello spread e dai segni positivi che le borse di tutto il mondo stanno catalogando ormai da qualche settimana? Ovviamente ci guardiamo bene dall’abbassare la guardia. Ma almeno guardiamo al futuro con un po’ più di speranza.