Sembrava fatta per la cessione definitiva del giornale, ma all’ultimo Mario Ciancio Sanfilippo ha frenato. Cederà solo il 30%. Ecco il toto-nomi.
Quando sembrava che la cessione del 100% della Gazzetta del Mezzogiorno fosse cosa fatta, è arrivata la frenata, brusca e definitiva. Il prossimo 23 aprile sarebbe stato il giorno dell’ufficializzazione: La Gazzetta del Mezzogiorno ceduta per una cifra pari a 150 milioni di euro. Poi è arrivato il ripensamento e Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano barese, ha deciso di desistere e di vendere solo il 30% del giornale, quella parte controllata dalla Gazzetta del Sud, tenendo per sé il 69% e destinando il restante 1% a Giuseppe Gorjux, nipote del fondatore del giornale, recentemente scomparso, che ha deciso di tenerselo per sé. La Gazzetta del Mezzogiorno è uno dei giornali più diffusi del meridione e, data la sua popolarità al Sud, con circa 565.000 lettori nel giorno medio, si attesta ai primi posti anche a livello nazionale. In ogni bar, circolo privato e in molte abitazioni di Puglia e Basilicata, infatti, la Gazzetta prende il posto dei grandi colossi nazionali come Repubblica e Corriere. E i suoi centovent’anni di storia (fondato nel 1887) costituiscono una garanzia. Ora, la questione del compratore è ancora poco chiara. Dopo un breve flirt con la famiglia Angelucci, che controlla già Libero e il Riformista, la quota minoritaria è stata ceduta ad una newco, creata ad hoc e rappresentata al tavolo delle trattative dall’avvocato Enzo Vailati, di Bari. La newco è una due diligence, formata da Mediobanca e Pricewaterhouse. Chi sarà l’acquirente che rileverà il 30% della Gazzetta, però, lo si saprà nei prossimi giorni. Per il momento il toto-nomi è in fermento. Era stato fatto, nei giorni scorsi, il nome del gruppo romagnolo Villa Maria di Lugo, che gestisce cliniche private e terme e che ha interessi anche in Puglia, ma i diretti interessati hanno smentito categoricamente. Era stato fatto anche il nome del costruttore barese Emanuele Degennaro, presidente della Società Interporto regionale della Puglia e direttore della Lum, Libera Università del Mediterraneo, nonché ex candidato, tra le file di Forza Italia (come il padre Giuseppe, scomparso), nella circoscrizione Puglia, sconfitto da Nicola La Torre. Anche Digennaro, però, ha smentito un proprio interessamento. Un altro nome, che al momento, tra i papabili, sembra la pista più praticabile, è quello di Vito Fusillo, costruttore edile di Noci, in provincia di Bari ed a capo della Edisud spa. Nei prossimi giorni, comunque, avremo maggiori dettagli. (G.M. per NL)