Curioso, criptico, e a nostro avviso profondamente inquietante, comunicato della FRT, Federazione Radio Televisioni, che riportiamo integralmente lasciando a ciascuno ogni (opportuna) riflessione a riguardo.
Scrive il sindacato di emittenti nazionali e locali sul proprio sito internet: “Nel numero 36 di “FRT Radio & TV notizie” del 10 ottobre 2008 abbiamo dato notizia che i tagli previsti dal Governo ai contributi alle emittenti locali sono stati ridimensionati grazie all’emendamento voluto dal Sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani che ha condiviso le richieste presentategli dalla FRT. Prima del non facile passaggio dell’emendamento al vaglio delle Autorità, un editore televisivo locale ne ha data prematura notizia, facendo correre il rischio di compromettere la conclusione positiva dell’iter di ammissibilità. Ora, il solito editore ha mandato a varie emittenti televisive locali una lettera in cui propone di contestare la diffusione anche al mattino di programmi da parte di diverse testate giornalistiche regionali della Rai. Si tratta di una questione delicata che, in forma riservata, la FRT sta da tempo seguendo, consapevole del rischio per le tv locali derivante da una simile improvvida concorrenza. Purtroppo però il problema è politico perché la normativa e il Contratto di servizio Stato/Rai prevedono anche la diffusione regionale dei programmi Rai e non pongono vincoli alla collocazione oraria delle finestre di programmazione. E’ molto probabile che le tanto enfatizzate (ma inutili) iniziative del solito editore contro la Rai alla Commissione Europea (da tempo archiviata) e alla Corte di Giustizia (che nello scorso aprile ha ritenuto manifestamente irricevibile la sua domanda pregiudiziale in materia di finanziamento del servizio pubblico) abbiano finito per stimolare le iniziative delle regioni anche ai fini della stipula dei Contratti di servizio regionali introdotti dalla legge 112/04, ed abbiamo indotto la Rai ad aprire finestre mattutine di programmazione regionale, sino a ieri mai nemmeno lontanamente ipotizzate. Spesso, la voglia di protagonismo finisce per provocare guai non solo a se stessi ma ingiustamente ad intere categorie”.