Con la fine del 2006 dovrebbero infatti cessare le trasmissioni dell’impianto di Pori, attivo sui 963 kHz. Per i DXer dell’Italia settentrionale restano dunque meno di trenta giorni per catturare il segnale di questa stazione, che ripete il canale della radio di stato finnica YLE Radio Suomi, con una programmazione per le minoranze linguistiche, notiziari locali e alcune trasmissioni rivolte ai Paesi confinanti. Pori qui a Milano non è difficilissima da ascoltare, ma è difficile che sia veramente dominante. L’orario migliore, a quanto ne so, è verso le nostre 23 o poco più tardi. In teoria dovrebbe anche confermare i rapporti di ricezione, ma tempo fa scrissi una mail allegando uno spezzone audio e non ci fu reazione. A quanto si sa, la Finlandia dovrebbe conservare i 558 kHz di Helsinki, per servire l’area baltica. Ma sono solo 50 kW e la frequenza è quella occupata da Monteceneri, tra Lugano e Bellinzona.
Che dire? Le onde medie in Europa sono un autentico pezzo di storia, spiace vedere che tutte le sale del museo vengono chiuse, una dopo l’altra. Credo si possa affermare che fino agli anni cinquanta un gran numero di persone si sintonizzava, la sera, su diverse stazioni lontane. Le nazioni dell’est europeo utilizzavano le onde medie per la propaganda, fino allla fine dei regimi filosovietici, una quindicina di anni fa. Inevitabilmente, i costi per la gestione di impianti di grossa potenza pesano sui risicati bilanci delle emittenti pubbliche e per loro non è facile giustificarne l’operatività. Non quando tali impianti non servono più a coprire grandi bacini di ascolto. La radiofonia è sempre più interessata alla dimensione locale: non a caso YLE si affitta le sue brave frequenze satellitari per essere più vicina ai numerosi connazionali che lavorano all’estero. Resta da vedere se questo impianto verrà in futuro utlizzato da qualcun altro, magari a un broadcaster straniero, o per la sperimentazione del DRM.