Non sarà probabilmente (mai dare nulla per certo) il 21 dicembre 2012 l’ultimo giorno di ingombrante e mal tollerata occupazione del pianeta Terra da parte della mediocre razza umana.
Ma forse non ci vorranno molti mesi perché un’altra presenza terrena (invero meno invasiva) inizi una lenta agonia che, nell’arco di un decennio, la condurrà alla scomparsa. Stiamo parlando della tv terrestre italiana, che dai primi mesi del nuovo anno sarà attaccata da un virus micidiale: le interferenze LTE. Poco si parla di questo esiziale male che, appena saranno occupati i canali UHF 61-69 per il potenziamento della banda larga mobile, inizierà ad aggredire la sintonizzazione della tv su tutta la gamma UHF (non solo i canali 59 e 60, come pensavano i più ottimisti). Accadrà infatti che, a regime, le centinaia e centinaia di ripetitori cellulari dei provider telefonici satureranno i centralini degli utenti posti nelle vicinanze, impedendo la ricezione dei programmi tv DTT. I telespettatori oscurati chiameranno così gli antennisti, che proporranno loro due soluzioni: installare costosi filtri, che non garantiranno comunque la definitiva scomparsa del problema (intervenendo peraltro in riduzione anche sull’intensità delle sorgenti da proteggere), oppure dotarsi di una più affidabile ed economica ricezione satellitare. Et voilà le jeux sont fait: le interferenze LTE favoriranno una progressiva migrazione dell’utenza verso la tv satellitare (e in prospettiva verso la IP Tv), rendendo sempre meno appetibili per i broadcaster le frequenze DTT ed incentivando così la liberazione della banda UHF a favore dei provider telefonici, che, del resto, già fra tre anni si papperanno anche i canali da 50 a 60 (in prospettiva di fagocitarsi anche il resto negli anni successivi).