Alla fine, la fiction di Canale5 “Il capo dei capi”, ha sollevato un’enorme eco intorno a sé. Vuoi per la contiguità storica degli avvenimenti, vuoi per le bacchettate di Mastella (che voleva bloccare l’ultima puntata perché, a suo dire, portatrice di valori sbagliati, cfr. ns. notizia sull’argomento), tirando le somme la superproduzione Mediaset ha portato i suoi frutti. Nonostante sia stata battuta, lo scorso giovedì, dallo show di Benigni.
Durante l’ultima puntata un noto boss latitante siciliano (Michele Catalano) era stato arrestato mentre guardava in tv la fine dello sceneggiato; il giorno seguente, invece, Riina stesso, dal carcere di massima sicurezza di Opera (dove si trova in regime di 41-bis), aveva fatto sapere d’essersi “commosso” ripercorrendo la sua storia davanti al teleschermo, per tutt’e sei le puntate. “Appassionatamente l’ho visto questo sceneggiato che mi ha fatto brillare gli occhi – avrebbe sostenuto lo stesso “padrino” – L’attore? Bravo. Portentoso”, è stato poi il suo commento sulla prova di recitazione di Claudio Gioè (foto). Altamente negativo è stato invece il commento, tanto del boss quanto di sua moglie Ninetta Bagarella (sorella dell’altro superboss Leoluca), riguardo alla trattazione della parte dichiaratamente di fantasia dello sceneggiato. In uno stralcio del film-tv si vede la signora Riina se non protagonista forse informata del tentativo di rapimento ai danni della moglie del poliziotto Biagio Schirò. Personaggio, questo, puramente inventato, così come l’episodio del rapimento, che avrebbe anche provocato l’aborto spontaneo della donna. “Fatti mai verificatisi né processualmente né storicamente – ha fatto sapere Cianferoni, legale della famiglia – anche perché nessuno ha precisato che non era stata interpellata e soprattutto non ha avuto nessun tipo di tornaconto” (sic!!). A queste affermazioni ha replicato Enzo Monteleone, regista della fiction: “Abbiamo riportato la deposizione di Ninetta in Tribunale parola per parola, seguendo i documenti. Per la parte immaginaria, invece, non si può pensare che lei sia complice del rapimento. Perché è stata al fianco del suo uomo occupandosi solo di casa e figli, cercando di non sapere quanto faceva il marito, il fratello, la banda dei Corleonesi”. Intanto, però, i legali dei Riina hanno annunciato che citeranno in giudizio l’azienda (Mediaset) per diffamazione. Siamo curiosi di vedere come andrà a finire. (Giuseppe Colucci per NL)